Ormai dovrebbe essere chiaro che tutte le scelte
e le azioni politiche del governo presieduto da Renzi per Napoli sono in chiave
anti de Magistris. Prima l’accordo di agosto che vedeva la firma del sindaco,
del governatore della Campania Caldoro e del premier, che è stato
clamorosamente disatteso dal governo, con un provvedimento, lo “Sblocca
Italia”, che di fatto espropria dalle sue funzioni il comune di Napoli, nella
parte specifica riferita al territorio di Bagnoli ed oltre. Infatti si
riferisce anche alle aree contigue di Agnano ed alcune di Posillipo. Quindi, un
vero e proprio commissariamento della città, assegnando al comune della terza
città d’Italia un ruolo ininfluente e marginale.
Tale scelta politica
scellerata, antidemocratica e anticostituzionale, che si può prefigurare come
un vero e proprio golpe, è senza dubbio fatta a danno del sindaco de Magistris,
destinando ben altro ruolo, primario, al governatore Caldoro. Perché ciò? Per
antipatia nei confronti del sindaco? Ma simpatia e antipatia non allignano e
non dovrebbero sussistere in politica, tanto più quando sono in gioco i
rapporti tra istituzioni. Allora la risposta all’inevitabile interrogativo può
essere inquietante in uno scenario, i cui contorni si delineano ogni giorno di
più e non appaiono particolarmente esaltanti, dato il clima di malapolitica, di
camarille, di corruttele e di compromissioni.
“Le mani sulla città”, a Napoli,
sono sempre in agguato ed è prepotente l’intento di cementificare e di
speculare sempre nell’interesse dei soliti noti. La cementificazione è ben
prevista nello “Sblocca Italia” e ormai una speculazione senza regole, con la
scusa dello sviluppo e di nuova occupazione, è diventato il chiodo fisso della
destra, del Partito Democratico e della politica politicante in genere. Ciò,
nonostante i continui segnali che giungono dai cittadini, i quali non ne
possono più e respingono tale modo di far politica, anche ricorrendo
all’astensionismo, questo agire politico. Emblematico è il caso di Napoli, dove
la spregiudicata e irriguardosa politica renziana ha trovato un ostacolo
insormontabile: Luigi de Magistris.
Quest’ultimo si è opposto, si oppone e si
opporrà, con tutti i necessari mezzi democratici a sua disposizione, a
respingere affarismo e cementificazione selvaggia. Non solo il governo
nazionale, ma anche il PD, di cui il premier è segretario, si muove con
iniziative politiche e grandi campagne di stampa, contro il sindaco di Napoli.
Da pochi giorni è stato siglato un patto tra de Magistris e SEL, la quale,
staccatasi definitivamente dal PD, è entrata in maggioranza nel governo della
città.
Il sindaco ha dichiarato che non si sottrarrà al confronto, in vista
delle prossime elezioni regionali, contribuendo magari, in collaborazione con
il partito di Vendola, all’individuazione di un candidato alternativo alla
destra che attualmente governa la Campania e al PD che in regione non ha svolto
il proprio dovere di vera opposizione. Anzi il PD si è unito e amalgamato al
resto del consiglio con lo scandalo dei rimborsi non dovuti ed in una
anticipazione delle larghe intese. All’idea di una eventuale candidatura che
non fosse riferibile ai soliti giochi di palazzo, la risposta del Partito
Democratico è stata quella di indicare come candidato alla Regione Campania,
Gennaro Migliore, fuoriuscito da SEL, uno dei tanti voltagabbana, che si
muovono nell’opaco panorama della politica italiana, alla ricerca continua di
visibilità personale.
Con l’intento, il PD, di coprirsi a sinistra, avendo
praterie immense da condividere con la destra di Caldoro, di Alfano, di
Mastella, di De Mita, dove cospicui pacchetti di voti sono ancora nelle
disponibilità dei capobastone riconducibili all’ex sottosegretario e
coordinatore PdL della Campania, Nicola Cosentino, oggi detenuto per camorra
nel carcere di Secondigliano. Così come altri pacchetti di voto sono nelle mani
dei bassoliniani. Di certo non sarà indolore l’accettazione della candidatura
di Migliore da parte del PD locale.
Saranno assordanti i rumors del sindaco di
Salerno De Luca, che già si è proposto per le primarie fissate per gennaio
2015. E adesso? Saranno annullate? E che dirà anche l’altro candidato,
l’eurodeputato, bassoliniano, Andrea Cozzolino? È prevedibile che si accentui
la guerra fratricida nel PD campano, dove ormai da tempo e senza soluzione si
scontrano “bande l’un contro l’altra armate”.
Come si vede una raffigurazione nauseabonda dell’attuale momento politico, sia a livello locale che nazionale, a cui si aggiunge, inoltre, la rivelazione, da parte della Magistratura della gravissima cupola mafiosa, gravante sul comune di Roma e che coinvolge le maggiori forze politiche italiane. É proprio la corruzione il virus mortale, da cui la nostra politica non riesce a separarsi, quasi che tale morbo fosse ormai ad essa funzionale. Da notare che tale e squalificato personale politico, chiedeva le dimissioni di de Magistris.
Dunque, per concludere, per effetto dello “Sblocca Italia”, le “mani sulla città” possono concretizzarsi sul serio a Napoli e le persone come il sindaco non vanno bene in una fase di disinvolta e manifesta speculazione. Un motivo in più per una lotta ardua, ma sacrosanta, che se vinta, darebbe un colpo non da poco alla miope e pericolosa politica perseguita dal governo Renzi.
Lino D’Antonio Napoli