Mentre Cassa Depositi e Prestiti viene evocata per risolvere l’indebitamento di questo o quel gruppo industriale partecipato dalla Stato –senza che a questo corrisponda alcuna strategia d’intervento pubblico- e mentre assume sempre più il ruolo di partner per la svendita dei beni demaniali, del patrimonio immobiliare e dei servizi pubblici degli enti locali, i movimenti si organizzano e la campagna per la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti è avviata.
L’obiettivo è chiaro : i 240 miliardi di risparmio postale devono essere messi a disposizione per gli investimenti a tassi calmierati predisposti, attraverso la partecipazione dei cittadini, dagli enti locali territoriali in direzione di un nuovo modello, che abbia al centro la riappropriazione sociale dei beni comuni, l’espansione dei diritti e del welfare locale, l’occupazione in direzione della riconversione ecologica della produzione agricola e industriale.
Per far questo, il primo passaggio è quello della trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in ente di diritto pubblico, con la fuoriuscita delle fondazioni bancarie dal capitale sociale e il decentramento regionale, territoriale e partecipativo della gestione dei fondi a disposizione.
Sarà una campagna lunga che dovrà vedere in campo molti soggetti : i cittadini detentori di libretti di risparmio postale e/o di buoni fruttiferi postali, in quanto è il loro risparmio a determinare l’enorme gettito di cui dispone Cdp; i lavoratori di Cassa Depositi Prestiti, di Poste Italiane, e del sistema bancario e creditizio, perché hanno nel tempo subito una drastica caduta della funzione pubblica e sociale del proprio ruolo; i movimenti e le realtà territoriali in lotta nel campo della riappropriazione dei beni comuni, dei diritti sociali, di una diversa produzione agricola e industriale, in quanto comunemente interessati a reagire alla trappola del debito e al mantra “non ci sono i soldi” con cui si risponde ad ogni rivendicazione in atto; gli enti locali e le comunità territoriali, in quanto nodo cruciale dello scontro in atto tra sottomissione al patto di stabilità e alle politiche di austerità e funzione di democrazia di prossimità per gli abitanti del territorio.
Sarà una campagna che dovrà contribuire alla demistificazione della trappola del debito e delle politiche di austerità, per mettere in campo una mobilitazione ampia e reticolare per la riappropriazione della ricchezza sociale.
Alcuni strumenti sono già a disposizione sul sito www.perunanuovafinanzapubblica.it : dai materiali per rendere comprensibile a tutti la conformazione tentacolare che ha ormai assunto Cdp, trasformata in una sorta di fondo sovrano che decide le politiche economiche e industriali del Paese, al di fuori di alcun controllo (il Comitato di vigilanza parlamentare non è stato ancora nominato); agli strumenti utilizzabili dai cittadini possessori di libretti di risparmio e di buoni fruttiferi postali; dalla predisposizione di una delibera per i Consigli Comunali, che faccia loro prendere posizione sui beni comuni, contro il patto di stabilità e per una Cdp al servizio delle comunità; fino alla proposta di legge d’iniziativa popolare, che decideremo collettivamente se e quando mettere in campo.
Come anche le mobilitazioni di questo ottobre hanno dimostrato, sta finendo l’epoca dell’ accettazione più o meno rassegnata delle politiche di austerity e sta iniziando la stagione della riappropriazione sociale. Vogliamo cominciare riprendendoci la Cassa.