Al Prefetto di Genova, Fiamma Spena.
Siamo mamme e papà di bambini iscritti a diverse scuole della provincia di Genova, quelle scuole che nell’ultimo mese sono state chiuse per un totale di sette giorni in occasione di allerta meteo. Siamo mamme e papà e siamo naturalmente preoccupati per l’incolumità dei nostri figli e per questo riteniamo importante che venga rispettato il principio di precauzione che li mette al riparo da possibili rischi e pericoli.
Siamo, però, anche lavoratrici e lavoratori che nell’ultimo mese hanno dovuto fare fronte a non poche difficoltà per conciliare gli impegni lavorativi con la custodia dei nostri figli nei giorni di chiusura delle scuole. Ogni giorno di lavoro che siamo stati costretti a perdere, per chi di noi ne ha avuto la possibilità, ha avuto ripercussioni sull’economia familiare e, ovviamente, su quella della comunità a cui apparteniamo. Abbiamo assistito in queste ore alla seconda alluvione in un mese nella nostra provincia. I danni delle due, secondo il presidente della Regione, ammontano a 200 milioni di euro.
Scriviamo a Lei in quanto rappresentante a noi più vicino del Governo dal quale crediamo di dover avere delle risposte, nella speranza che Lei si faccia portavoce delle nostre istanze all’indomani dell’ennesima tragica alluvione nella quale due persone hanno perso la vita.
L’allerta non è più un fatto eccezionale. Almeno non lo è stata negli ultimi mesi e molti meteorologi e scienziati ritengono che i fenomeni meteorologici anormali di questi ultimi tempi diventeranno sempre più la norma. Dobbiamo quindi ritenere che sarà normale anche la continua chiusura delle scuole, con tutte le conseguenze sulla nostra organizzazione dei tempi di lavoro e sull’apprendimento dei nostri figli? O possiamo sperare che a un problema non eccezionale venga dedicata la giusta attenzione e la programmazione e progettazione necessarie perché il problema non venga più considerato tale?
Rileviamo che il Governo che lei rappresenta nelle ultime settimane ha varato provvedimenti che stanziano diversi miliardi di euro per opere di cementificazione riservando al contempo poche decine di milioni all’unica vera grande opera utile nel nostro territorio: la sua messa in sicurezza.
Possiamo sperare che la difesa del territorio e la sua messa in sicurezza diventino una priorità? Che nasca un vero piano per far fronte al dissesto idrogeologico che, purtroppo, caratterizza la nostra regione, conseguenza anche di decenni di gestione scriteriata del territorio? Possiamo sperare che venga affrontato il tema del rinnovamento degli edifici scolastici?
Non c’è più tempo, bisogna agire. Occorrono impegni concreti e fatti, molto più delle vuote parole delle convention che si susseguono, anche in questi giorni, senza lasciare traccia.
Abbiamo bisogno di risposte. Immediate, perché ogni settimana si presenta una nuova allerta meteo. E di lungo respiro, perché solo con una visione a lungo termine possiamo pensare che l’allerta torni ad essere uno stato eccezionale e non il nostro quotidiano.
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