Circa i risultati dei ballottaggi di
domenica scorsa, in base a come la penso io, pensiero che ho
più volte comunicato, la destra non può dilagare (come d'altra
parte la sinistra), per due buoni motivi:
1 - non esiste più la destra (o la
sinistra). In questo momento, nel più classico stile americano
(anche se in Italia viene applicato ovviamente
"all'amatriciana") i due schieramenti che apparentemente si
contrappongono sono in realtà due facce della stessa medaglia
(come il partito repubblicano e il partito democratico negli
USA). Le differenze di comportamento sono minime e più fumo
negli occhi che altro, in caso di vittoria dell'uno o
dell'altro schieramento. Come abbiamo visto questa cosa era
vera anche ai tempi di Prodi, D'Alema e Ulivo, figuriamoci
ora. Questi sono tutti d'accordo tra loro, buoni amici per
spartirsi il bottino (il bottino siamo noi, i nostri redditi,
i nostri diritti, i nostri figli e il loro futuro). Sono anche
l'espressione degli stessi interessi: casta di privilegiati,
speculatori, unopercento dei ricchi a spese dell'altro 99
percento.
2 - Con la maggioranza assoluta degli
elettori che non va più a votare (finalmente) quella che
sembra (ragionando in percentuali) una valanga di voti che si
è spostata, sono in realtà (in termini numerici) poche
migliaia di voti (anche considerando per buoni i voti
ufficali, che saranno stati sicuramente manipolati da brogli).
Sono ribaltabili in qualunque momento. Non indicano
orientamenti stabili dell'elettorato.
E' anche improprio parlare di "livello
nazionale", che nell'Europa dei mercanti, banchieri e
speculatori ormai non esiste quasi più, almeno nei Paesi
politicamente deboli come il nostro. Che cos'è diventato il
cosiddetto "livello nazionale"? Un posto dove i malavitosi
componenti i poteri forti mettono i loro pagliacci/burattini,
che poi manovrano a piacimento. Che cosa accadrà "a livello
nazionale"? Che chi comanda davvero elimini il
pagliaccio/Renzi e metta un altro pagliaccio al suo posto? Lo
hanno già fatto con pagliaccio/Berlusconi, lo hanno già fatto
con pagliaccio/Monti, lo hanno già fatto con pagliaccio/Letta.
Cosa è cambiato per gli onesti? Niente.
In tutto questo scenario c'è di buono
un elemento e mezzo. Il mezzo elemento buono sono i voti del
Movimento 5 stelle. Nonostante le contraddizioni, sono persone
che vogliono cambiare le cose. In futuro, se qualcosa
cambierà, potranno essere utilizzabili. L'elemento buono per
intero è appunto la percentuale di elettori che diserta le
urne, sempre maggiore e sempre più come se fosse un partito, o
un embrione di esso.
Tuttavia non si sà quando questa cosa e
mezza, potenzialmente positiva, darà i propri frutti.
L'astensionismo e la voglia di cambiamento sono come un grande
campo arato, con terra fertile, concimato a dovere, diserbato,
che si trova in una zona con clima mite e ideale per
l'agricoltura. Volendo, quel campo è giù pronto, potrebbe
facilmente essere lavorato e darebbe frutti ottimi e
abbondanti. Ma appunto: deve essere lavorato, non si semina da
solo, non si irriga da solo, non produce frutti senza che
nessuno si rimbocchi le maniche e lo lavori.
E qui ritorna il discorso di sempre: se
non si mette su una buona squadra di coloni che sa il fatto
suo, vestiti di rosso, con falci e martello e soli
dell'avvenire, che si mette seriamente a lavorarlo, quel campo
potenzialmente così fertile resterà così com'è, con l'aratro
desolatamente solo, abbandonato in mezzo alla magione, con in
lontananza lo sciabordio delle lavandare, come nella poesia
del buon Giovannino Pascoli.