Due navi da guerra statunitensi, la USS Porter and the USS Ross della
Sesta Flotta di stanza a Napoli, hanno attaccato la base siriana di
Shayrat con 59 missili da crociera Tomahawk.
L’attacco,
ordinato dal presidente Trump, è stato eseguito dal Comando delle forze
navali Usa in Europa, agli ordini dell’ammiraglia Michelle Howard, che
allo stesso tempo comanda la Forza congiunta della Nato con quartier
generale a Lago Patria (Napoli). L’operazione bellica è stata appoggiata
dalla base aeronavale Usa di Sigonella e dalla stazione di Niscemi del
sistema statunitense Muos di trasmissioni navali.
L’Italia –
dove si trovano importanti comandi e basi per operazioni militari in una
vasta area che dal Medioriente e Nordafrica arriva fino al Mar Nero – è
un fondamentale trampolino di lancio della strategia aggressiva
Usa/Nato.
Gli Stati Uniti e gli alleati europei della Nato sono i
principali responsabili di una situazione sempre più pericolosa,
provocata dalla demolizione dello Stato libico, attaccato dall’interno e
dall’esterno, e dal tentativo di fare lo stesso in Siria (sempre
durante l’amministrazione Obama) tramite gruppi terroristi presentati
come «ribelli», addestrati e armati dalla Cia e finanziati dall’Arabia
Saudita e altre monarchie del Golfo.
Proprio mentre tale
tentativo stava fallendo per l’intervento russo a sostegno delle forze
governative, e si stava per aprire un negoziato per mettere fine alla
guerra, Stati Uniti e Nato hanno gettato benzina sul fuoco accusando il
governo siriano di aver fatto strage di civili, tra cui molti bambini,
con un deliberato attacco chimico.
Come ha dichiarato il Vescovo
siriano Antoine Audo di Aleppo, «non si può immaginare che il governo
siriano sia così sprovveduto e ignorante da poter fare degli errori così
madornali». Vi sono invece prove che i «ribelli» siano in possesso, e
abbiano già usato, armi chimiche.
Fallito il tentativo di far
passare al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione di condanna
del governo siriano, che avrebbe permesso di attaccare «legalmente» la
Siria come venne fatto nel 2011 con la Libia, il presidente Trump ha
ordinato l’attacco missilistico alla base governativa siriana.
Le
implicazioni di tale atto sono gravissime. Esse rendono ancora più tesi
i rapporti tra Stati Uniti e Russia, le cui forze ora si fronteggiano
direttamente in una situazione incandescente.
Non possiamo essere
semplici spettatori mentre la guerra divampa, mentre aumenta il rischio
di una catastrofica guerra nucleare. Dobbiamo esercitare i nostri
diritti costituzionali, ripudiando la guerra nell’unico modo concreto
che abbiamo: pretendere che l’Italia esca dall’alleanza aggressiva della
Nato, non abbia più sul proprio territorio basi militari straniere né
armi nucleari. Dobbiamo lottare per un’Italia neutrale, in grado di
svolgere la funzione di ponte di pace sia verso Sud che verso Est.
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