Liberacittadinanza aderisce e partecipa alla Carovana delle Donne per il Disarmo Nucleare per la quale è previsto il 9 dicembre un presidio davanti alla base militare di Camp Darby. Dopo anni di proclami fasulli che annunciavano, o peggio 'promettevano', un ridimensionamento della base, la verità inesorabile è venuta a galla negli ultimi mesi, nel silenzio e nell'avallo di stampa e istituzioni. La previsione di un ampliamento dello snodo ferroviario per la circolazione degli armamenti è uno smacco clamoroso inferto alle cittadine e ai cittadini che dovranno subire i drammatici danni di una scelta sciagurata. Da una parte l'impatto ambientale sull'area circostante del parco naturale di Migliarino e San Rossore, dall'altra la messa in crisi della già cagionevole sicurezza del nostro territorio, solo per citare due tra gli indici di rischio più gravi che una simile prospettiva comporterebbe.
Già oggi Camp Darby si configura con tutto il suo gravoso peso come uno dei più grandi arsenali USA, all'interno del quale non è mai stata smentita la presenza di armi di tipo nucleare. È degli ultimi mesi la notizia di una linea commerciale mensile di trasporto di armi con tre navi della classe Liberty diretta ai porti di Aqaba(Giordania) e Gedda (Arabia Saudita), aree strategiche della guerra in corso in Medio Oriente. Una pericolosa sinergia con il porto di Livorno che, ricordiamolo, è uno dei porti in Italia che può accogliere sottomarini a propulsione nucleare abilitati al trasporto di ordigni appartenenti alla stessa categoria. Tutto questo mentre il 7 luglio scorso è stata è stato adottato uno storico Trattato che di fatto proibisce gli ordigni cosiddetti "atomici". Invitiamo tutte e tutti a sottoscrivere la petizione "Bando delle armi nucleari: l'Italia ratifichi!" (https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminucleari).
In una prospettiva simile il blocco dei lavori di ampliamento e la dismissione di Camp Darby sono atti necessari - l'unica scelta davvero concreta che risponderebbe al bisogno primario della sicurezza dei cittadini - che non possono essere rimandati. Pertanto, aderendo all'iniziativa del 9 dicembre, il Progetto Rebeldia persevera nelle posizioni già avanzate nei mesi scorsi, e conferma a piena voce quelle richieste che rappresentano una linea di demarcazione fondamentale affinché venga rispettato il diritto alla pace garantito dalla Costituzione Repubblicana.
Il territorio pisano deve essere messo nella condizione - senza se e senza ma - di decidere del proprio futuro, soprattutto nel delicato contesto delle scelte strategiche e militari. Solo in questo modo è possibile tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini, puntualmente messe a rischio dalla massiccia circolazione delle armi. Da decenni in prima linea contro le politiche di guerra, il Progetto Rebeldia rifiuta categoricamente qualsiasi complicità nelle strategie di morte e distruzione condotte dagli USA nell'intero pianeta. Camp Darby sia immediatamente convertita a usi civili per la promozione di processi culturali, sociali ed economici volti a far prosperare la pace e non la morte.
Ci troviamo sabato 9 dicembre ore 10:30, Via Vecchia Livornese 788, Pisa per un presidio contro l'ampliamento delle infrastrutture di Camp Darby e per la messa al bando di tutte le armi nucleari.