Mentre si levano pericolosi venti di guerra e l’Italia è impegnata sul
campo in Libia con una decisione che ha sorpassato il Parlamento con una
palese violazione da parte del governo dell’articolo 11 della
Costituzione la notizia di queste ore è la seguente:
“L’Istat ha diffuso oggi il dato sul prodotto interno lordo del
secondo trimestre dell’anno, che risulta invariato rispetto ai primi tre
mesi a fronte di attese che speravano in un piccolo progresso dello
0,2%. Economia ferma, quindi. Ma il dato sul pil guarda al recente
passato. Il vero problema è che anche i dati più recenti, compresi
quelli che cercano di anticipare i futuri andamenti, sono ormai in
territorio negativo. Le esportazioni non tirano più da mesi, i consumi
non ripartono, gli investimenti non lo hanno mai fatto e l’industria
accusa un inatteso passaggio a vuoto. Quanti indizi servano per comporre
una prova è questione spesso opinabile, ma di questo passo la già di
per sé non esaltante previsione di un pil 2016 vicino al +1% si
trasforma in un miraggio”
L’epoca della propaganda così incautamente e stoltamente diffusa negli ultimi mesi è finita.
E’ finito il regno del Bengodi degli 80 euro: quella della pizza in più.
La realtà è quella di un fallimento totale, così come si erano
dimostrate un fallimento totale le scelte passate compiute dai governi
Berlusconi, Monti e Letta.
Intanto sempre più, in un quadro europeo di vero e proprio
sfilacciamento anche in seguito alla scelta coraggiosa del popolo
inglese, l’Italia appare un paese sfibrato, percorso da situazioni di
vera e propria dissoluzione strutturale, con servizi pubblici che non
funzionano, un’evidente “questione morale”, pezzi interi del Paese in
mano alla criminalità organizzata che si occupa anche dell’”accoglienza”
ai migranti che vengono “sistemati” addirittura sotto i ponti come al
tempo dei “Misteri di Parigi”.
Un paese che intende far indebitare fino agli ottant’anni i
pensionandi di sessanta. Una vera e propria tortura morale, annunciata
con grande nonchalance proprio dagli autori del disastro fin qui
descritto. Personaggi privi di vergogna. Il tutto mentre il capo di
gabinetto della Sindaca di Roma viene ingaggiata a 193.000 euro l’anno.
La situazione istituzionale appare molto pericolosa, pendente il
referendum confermativo sulle deformazioni costituzionali, attraverso le
quali il governo Renzi punta direttamente a superare la democrazia
repubblicana con una svolta autoritaria personalistica (servirà a
intensificare la repressione in caso di crescita oggettiva degli spunti
di ribellione sociale?).
Servirebbe un’inversione di rotta nella politica economica
attraverso forti investimenti pubblici nei campi minati delle
infrastrutture stradali e ferroviarie (abbandonando da subito
l’assurdità degli sprechi dell’impossibile Alta Velocità), nell’assetto
idrogeologico a partire dagli acquedotti, del varo di una vera politica
industriale.
Serve una svolta nella politica agricola, che sta dimostrando
segnali di vero e proprio cedimento strutturale (altro che italian food
ed effetti positivi dell’Expo).
Sul tappeto i temi irrisolti del rapporto con l’UE, del ruolo dell’euro, lo scandalo delle banche.
Soprattutto appare necessaria una svolta politica.
Svolta politica che può principiare da una chiara vittoria del NO
nel referendum: non si tratterebbe soltanto di un, pur fondamentale,
stop alla deriva autoritaria ma di un fatto politico molto più
importante a significativo.
A Sinistra ci si dovrebbe organizzare in questo senso, ma si stanno ancora accumulando colpevoli ritardi e incertezze.
In una situazione di questo genere non si tratterebbe di un errore, ma di un vero e proprio delitto politico.
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