LA PROPAGANDA E’ FINITA: SERVE PRIMA DI TUTTO UNA SVOLTA POLITICA

di Franco Astengo - 14/08/2016

Mentre si levano pericolosi venti di guerra e l’Italia è impegnata sul campo in Libia con una decisione che ha sorpassato il Parlamento con una palese violazione da parte del governo dell’articolo 11 della Costituzione la notizia di queste ore è la seguente:
“L’Istat ha diffuso oggi il dato sul prodotto interno lordo del secondo trimestre dell’anno, che risulta invariato rispetto ai primi tre mesi a fronte di attese che speravano in un piccolo progresso dello 0,2%. Economia ferma, quindi. Ma il dato sul pil guarda al recente passato. Il vero problema è che anche i dati più recenti, compresi quelli che cercano di anticipare i futuri andamenti, sono ormai in territorio negativo. Le esportazioni non tirano più da mesi, i consumi non ripartono, gli investimenti non lo hanno mai fatto e l’industria accusa un inatteso passaggio a vuoto. Quanti indizi servano per comporre una prova è questione spesso opinabile, ma di questo passo la già di per sé non esaltante previsione di un pil 2016 vicino al +1% si trasforma in un miraggio”
L’epoca della propaganda così incautamente e stoltamente diffusa negli ultimi mesi è finita.
E’ finito il regno del Bengodi degli 80 euro: quella della pizza in più.
La realtà è quella di un fallimento totale, così come si erano dimostrate un fallimento totale le scelte passate compiute dai governi Berlusconi, Monti e Letta.
Intanto sempre più, in un quadro europeo di vero e proprio sfilacciamento anche in seguito alla scelta coraggiosa del popolo inglese, l’Italia appare un paese sfibrato, percorso da situazioni di vera e propria dissoluzione strutturale, con servizi pubblici che non funzionano, un’evidente “questione morale”, pezzi interi del Paese in mano alla criminalità organizzata che si occupa anche dell’”accoglienza” ai migranti che vengono “sistemati” addirittura sotto i ponti come al tempo dei “Misteri di Parigi”.
Un paese che intende far indebitare fino agli ottant’anni i pensionandi di sessanta. Una vera e propria tortura morale, annunciata con grande nonchalance proprio dagli autori del disastro fin qui descritto. Personaggi privi di vergogna. Il tutto mentre il capo di gabinetto della Sindaca di Roma viene ingaggiata a 193.000 euro l’anno.
La situazione istituzionale appare molto pericolosa, pendente il referendum confermativo sulle deformazioni costituzionali, attraverso le quali il governo Renzi punta direttamente a superare la democrazia repubblicana con una svolta autoritaria personalistica (servirà a intensificare la repressione in caso di crescita oggettiva degli spunti di ribellione sociale?).
Servirebbe un’inversione di rotta nella politica economica attraverso forti investimenti pubblici nei campi minati delle infrastrutture stradali e ferroviarie (abbandonando da subito l’assurdità degli sprechi dell’impossibile Alta Velocità), nell’assetto idrogeologico a partire dagli acquedotti, del varo di una vera politica industriale.
Serve una svolta nella politica agricola, che sta dimostrando segnali di vero e proprio cedimento strutturale (altro che italian food ed effetti positivi dell’Expo).
Sul tappeto i temi irrisolti del rapporto con l’UE, del ruolo dell’euro, lo scandalo delle banche.
Soprattutto appare necessaria una svolta politica.
Svolta politica che può principiare da una chiara vittoria del NO nel referendum: non si tratterebbe soltanto di un, pur fondamentale, stop alla deriva autoritaria ma di un fatto politico molto più importante a significativo.
A Sinistra ci si dovrebbe organizzare in questo senso, ma si stanno ancora accumulando colpevoli ritardi e incertezze.
In una situazione di questo genere non si tratterebbe di un errore, ma di un vero e proprio delitto politico.

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