È passato oltre un anno dalla fine dell'operazione Margine Protettivo e sulla ricostruzione della Striscia di Gaza è sceso il silenzio. Il generale al Sisi ha terminato il lavoro di distruzione dei tunnel e di centinaia di case nella città di Rafah egiziana al confine con la Striscia, un contributo all'obiettivo occidentale e israeliano di smilitarizzare la Striscia e riportarla completamente sotto il controllo israeliano e dei collaborazionisti dell'ANP.
Il discorso di Abu Mazen all’Assemblea Generale dell’ONU il 30 settembre, è stato un elenco puntuale dei crimini israeliani (si è solo dimenticato di citare l'operazione Piombo Fuso, l'operazione Margine Protettivo e le altre), ma non ne è seguita nessuna decisione operativa, per l'incapacità di uscire dai limiti imposti dagli accordi di Oslo, dopo esserne stati gli artefici e i beneficiari. Il discorso è stato definito non “una bomba” ma “un petardo bagnato”.
Fine dei negoziati, fine della collaborazione con la polizia e con l'esercito israeliano, terza Intifada, aveva sostenuto in due occasioni Marwan Barghouti.
Nelle ultime settimane in Cisgiordania e in particolare a Gerusalemme, dove è in corso un progetto di “giudaizzazione” della città con la frammentazione fisica e politica del suo territorio e l'espansione continua degli insediamenti, progetto che vede coloni di estrema destra e soldati minacciare quotidianamente la popolazione, provocando, di conseguenza, reazioni violente dei palestinesi, la situazione sta diventando sempre più incandescente.
L'operazione in corso da parte del governo israeliano è molto simile alla provocazione di Ariel Sharon del 2000 con la sua passeggiata sulla spianata delle Moschee che portò alla seconda Intifada.
Netanyahu sta cercando di provocare, con tutti i mezzi possibili, una terza Intifada con l'obiettivo di annettersi altre zone, se non l'intera Gerusalemme Est, e ulteriori parti della Cisgiordania.
Il tutto avviene in un quadro geopolitico interessato ad altre zone del Medioriente, Siria, Iraq, Libia e Afghanistan.
I milioni di profughi siriani, oggi accolti in modo strumentale da una “lungimirante” e cinica politica della cancelliera tedesca, con la sua 'generosa' offerta, non sono altro che la conseguenza dell’operazione di ‘regime change’ voluto dal neocolonialismo occidentale.
L'intenzione di questi giorni del governo italiano di bombardare l'ISIS in Iraq è un ulteriore prova che l'opzione militare e il trionfo dell’economia del complesso militare-industriale, prevalgono su ogni ragionamento e su ogni suggerimento (anche su quelli provenienti da oltre Tevere).
Se le condizioni non permettono di tentare di rimettere al centro dell'attenzione della societa civile il problema palestinese, non cessa il nostro dovere di informare e di manifestare.
FREE PALESTINE! BOYCOTT ISRAEL!
ISM-Italia
Torino, 8 ottobre 2015
www.ism-italia.org info@ism-italia.org
Provocatori israeliani infiltrati , 7 ottobre 2015
https://www.youtube.com/watch?v=7zlLLiT5m0o&feature=player_embedded