Gentile Signor Presidente
On. Sergio Mattarella,
il 12 e13 giugno del 2011,
27 milioni di cittadini hanno detto chiaramente e con
immenso entusiasmo (la democrazia può essere felice):
- "no al profitto con
l'acqua potabile", abrogando la norma che stabiliva
la determinazione della tariffa per l’erogazione
dell’acqua, nella parte in cui prevedeva che tale importo
includesse anche la remunerazione del capitale investito
dal gestore. Gli Italiani hanno coerentemente escluso
che l'accesso al diritto umano all'acqua potabile e per
l'igiene, riconosciuto come tale dalla risoluzione del
28 luglio 2010 dell'Assemblea Generale dell'ONU, fosse
fonte di lucro. E' vero che i gruppi sociali
dominanti del mondo del business e della politica sono
riusciti a ridurre l'acqua per la vita ad una merce, ma
gli Italiani hanno rotto la tendenza e sono sempre più
numerose le città in tutto il mondo che ripubblicizzano i
servizi idrici o resistono alla mercificazione della
vita;
- "sì all'acqua
pubblica", abrogando la norma che consentiva di
affidare la gestione dei servizi pubblici locali di
rilevanza economica a soggetti scelti a seguito di gara ad
evidenza pubblica, consentendo la gestione "in house" solo
ove ricorrevano situazioni del tutto eccezionali, che non
permettevano un efficace ed utile ricorso al mercato. Gli
Italiani hanno, invece, affermato il diritto
all'esistenza della gestione pubblica dei servizi
pubblici locali (non solo, quindi dell'acqua) e non a
titolo eccezionale. Nel contesto del referendum e
del dibattito pluridecennale sull'acqua, l'opzione per la
molteplicità delle forme di gestione è stata una chiara e
possente affermazione della scelta degli Italiani in
favore della gestione pubblica.
Ebbene, sono passati
quattro anni interi, e gli esiti dei due referendum sono
rimasti totalmente disattesi da parte delle istituzioni
pubbliche dello Stato, governo e parlamento compresi,
e di tutta la classe politica, economica e sociale al
potere. Non solo essi sono stati ignorati ma,
addirittura, i poteri dirigenti non hanno fatto altro nel
corso di questi quattro anni che cercare di adottare
misure miranti a svuotare di senso e annullare de facto i
risultati dei referendum.
A nulla sono valse le
proteste, le manifestazioni, le petizioni degli
Italiani, le pressioni sul parlamento allo scopo di
mettere fine allo scandalo dell'illegittimità
costituzionale nella quale si trovano le istituzioni
pubbliche dello Stato a causa del loro rifiuto di
rispettare i risultati dei referendum.Anche il Suo
predecessore, garante della Costituzione, non ha mai
pronunciato una parola, non dico di sdegno, ma di semplice
monito rivolto alle istituzioni dello Stato affinché
rispettassero e facessero rispettare le regole fissate
dalla Costituzione.
Gentile Signor Presidente,
oggi il compito di far
rispettare la Costituzione incombe alla Sua persona.Tocca
a Lei essere il garante della Costituzione italiana,
considerata come una delle più belle costituzioni al
mondo, ma sempre di più stracciata, violata, rottamata.
La prego, non lasci
impunito ancora altri giorni, settimane e mesi il furto
della nostra Costituzione rappresentato dal non rispetto
della volontà di 27 milioni di Italiani.
Non lasci rafforzarsi
nell'animo degli Italiani la disillusione democratica e
la sfiducia nelle istituzioni dello Stato: a che
serve la democrazia se poi quando votiamo lo Stato ed i
dirigenti stessi non rispettano la volontà dei cittadini?
Non lasci svanire la
bella e ricca coscienza di 27 milioni di persone che
hanno espresso con forza che il diritto umano alla vita
prevale sulle presunte esigenze tecnico-finanziarie.
Non lasci riaffermare
che il dominio del denaro e gli interessi dei gruppi
privati e/o dei poteri pubblici corrotti sia legge nel
nostro Paese.
Il 12 e 13 giugno 2011
27 milioni di Italiani hanno votato per il diritto
della ed alla vita. Hanno creduto che l'acqua è UN BENE
COMUNE essenziale ed insostituibile per la vita,
hanno creduto nella responsabilità pubblica collettiva per
garantire l'eguaglianza degli esseri umani rispetto al
diritto alla vita. Hanno creduto nell'acqua come una delle
fonti più belle e ricche del vivere insieme, hanno creduto
di più nella gioia del vivere che nell'arricchimento da
profitto, hanno dimostrato fiducia nei Comuni e nelle
istituzioni pubbliche, hanno creduto in un futuro per
tutti. I referendum sull'acqua sono stati la primavera
italiana.
Un Suo intervento
ridarebbe luce e speranza alla "primavera".
Un grande grazie, con
grande rispetto e fiducia.
Riccardo Petrella
Cittadino
PS. Ho osato scriverLe da
solo, apertamente. Mi perdoni per l'audacia. Essendo da
più di venti anni impegnato attivamente in Italia ed
altrove per l'acqua bene comune, l'acqua pubblica, il
diritto universale all'acqua e la partecipazione dei
cittadini al governo dei servizi pubblici locali, ho la
pretesa di pensare che quanto esposto sia condiviso da
centinaia di migliaia e persino milioni d'Italiani.
Beninteso, è esclusa ogni lontana rivendicazione di
rappresentatività.