“Se il referendum rischia di spaccare il paese”. Diceva Alfredo Reichlin. La settimana scorsa.
In realtà molte associazioni nazionali, numerosi Comitati in difesa della Costituzione attivi dal lontano 2005, autorevoli voci di costituzionalisti, di giuristi, di opinionisti, di intellettuali, il grande rischio che questa “riforma” portava con sé lo dicono non da oggi – peccato, veramente, che la autorevole voce di Reichlin si sia sentita solo ora – ma dall’anteprima o prova generale, che fu quella tentata dal governo Letta .
Allora ci sembrò di avere avuto - anche se piccolo – un certo ascolto.
In questi ultimi anni? Possiamo parlare di confronto serio, se costituzionalisti che avanzano obiezioni, critiche, proposte sono “professoroni”, sono “gufi”? Se noi, i Comitati, siamo i “comitatini”? Quelli che amano perdere, e che in ogni caso - ci viene detto - perderanno?
Vincere, perdere? Che cosa?
Se usciamo dal referendum con il paese spaccato in due, o, peggio, in tanti pezzi fra loro non comunicanti, chi vince, chi perde?
In una fase drammatica nella storia del mondo, in una difficilissima situazione economica e di diffusa caduta di speranza – oggi, anche in Italia - è di questo che abbiamo bisogno, di una drammatizzazione DIVISIVA, con toni che si alternano fra l’apocalittico e l’irridente?
Ci ripetiamo. Non nascono così le Costituzioni, e neppure le revisioni. Solo queste sono previste dall’art.138. Manutenzioni, non radicali rifacimenti.
Oggi, a che punto siamo?
Una ministra che gira l’Italia facendo campagna elettorale per il proprio governo, che ridicolizza le decisioni dell’ANPI nazionale dicendo che “i partigiani, quelli veri” stanno con il governo.
Chi sono “ i partigiani veri”? C’è da essere sbalorditi. Smuraglia e tantissime/i con lui, sono partigiani finti?
MARISA OMBRA, partigiana e autorevole figura della storia delle donne nell’Italia repubblicana, le ha così risposto, con parole dure e semplici. “ Ma come si permette, questa signora?”
Le televisioni pubbliche – pubbliche o di governo? - stanno diventando megafoni che negano, di fatto, qualunque par condicio. Chissà i prossimi mesi.
Chiediamo alle autorità di vigilanza, e a TUTTI i partiti presenti in Parlamento, di intervenire.
Siamo a questo punto?
Faremo di tutto per non cadere nel tranello di chi urla più forte. NO, non si può lavorare così sulla Costituzione.
Anzi. E’ nostra intenzione accompagnare la raccolta firme per il NO con incontri informativi, possibilmente di dialogo, e con feste.
A giorni un primo calendario di incontri, che aggiorneremo in occasione di ogni singolo evento.
Maria Paola Patuelli
portavoce dei Comitati referendari per il NO della provincia di Ravenna