L' «Avviso esplorativo per manifestazione d'interesse per valutazione del mercato relativamente all'affidamento della concessione del ‘Palazzo del Governatore’» firmato dall’Amministratore Unico di Parma Infrastrutture SpA il 16 dicembre 2013 con scadenza al 20 gennaio 2014, ma diramato alla stampa solo l’8 gennaio, è il ridondante titolo che tenta di celare la volontà dell'attuale giunta comunale di privatizzare, tramite un atto amministrativo ambiguo e semi-nascosto, il palazzo storico di proprietà civica più insigne per antichità, ubicazione e funzioni.
LA MAGNIFICA PREDA: MONUMENTO STORICO E CENTRO CULTURALE PUBBLICO
Il Palazzo del Governatore risale al 1281-1283 e vanta la più nobile ubicazione di Parma, l’intero fronte settentrionale di piazza Garibaldi, la piazza simbolo del Comune, la maggiore della città storica, realizzata nel corso del Duecento dalla Communitas Civitatis Parmae, che costruì lungo il suo perimetro un articolato sistema di palazzi pubblici, per le magistrature, i notai e le corporazioni.
Divenuta residenza del Governatore e dell’Uditore Civile, l’edificio fu ammodernato nel 1566, dotato di torre nel 1673 e d’elegante facciata neoclassica nel 1760 su progetto di Ennemond Alexandre Petitot.
Dopo la Guerra è stato sede di uffici comunali fino a quando, con ingente impiego di risorse pubbliche, gli uffici sono stati trasferiti al nuovo DUC e lo storico palazzo liberato è stato, fra il 2004 e il 2010, restaurato e attrezzato a principale sede per mostre d’arte contemporanea e attività squisitamente culturali del Comune ad esse connesse, disponibile pure per convegni, conferenze e manifestazioni promossi da altre associazioni e istituzioni culturali non a scopo di lucro, col gratuito patrocinio municipale.
Ora, in seno alla platea Communis in cui è iscritta la storia della città, la Giunta comunale, come fosse cosa sua, offre in preda agli appetiti degli speculatori questo bene prezioso dei Parmigiani: un edificio monumentale storico, centro culturale moderno, in ottimo stato perché restaurato da poco con nostro denaro (solo i lavori edili e d’impiantistica nel 2004-2009 euro 4.400.000,00 e il loro collaudo euro 70.471,60; cui vanno aggiunti i lavori 2009-2010, tutte le attrezzature, tutti i compensi dei diversi incarichi professionali esterni). In verità, l’attuale sindaco segue anche qui orme altrui, solo con recrudescenza, considerato che nell’aprile-maggio 2012 il commissario Mario Ciclosi si limitò a tentare invano la privatizzazione del piano nobile del Palazzo del Governatore. Semmai è più calzante il parallelo col project financing lanciato da Elvio Ubaldi nel 2003 per privatizzare l’Ospedale Vecchio, che dal 1975 al 2003 era stato restaurato e adibito ad eccellente polo culturale-associativo a spese del Comune e dello Stato; risultato: polo smantellato, monumento deteriorato, sotto processo i responsabili.
D’altra parte, è vero che l’Avviso sul Palazzo del Governatore « non è in alcun modo vincolante per l’Amministrazione», ma è pur vero che quest’ultima «comunque si riserva di dare seguito e corso alla concretizzazione dell’iniziativa» e sarebbe stupefacente il contrario. Perciò il suo contenuto importa.
VERO PROGRAMMA DI PRIVATIZZAZIONE, SIA NELLA GESTIONE, SIA NELLE FUNZIONI
A dispetto del titolo e dei proclami tardivi della Giunta, l’«Avviso esplorativo» prefigura un’integrale privatizzazione del Palazzo del Governatore, vantaggiosa per il concessionario, non per i cittadini suoi proprietari. La prefigura attraverso la combinazione di più elementi:
* i termini dell’avviso non sono propri della procedura di acquisizione di manifestazioni d’interesse, bensì della procedura di project financig per l’affidamento di lavori o di servizi, in cui spetta al concessionario privato definire il progetto, il piano economico, le condizioni, compresi la durata e il canone della concessione.
* Nel testo non si trova cenno al fatto che il palazzo è monumento storico tutelato, né al Codice Urbani.
* Al gestore privato verrebbe concesso l’intero edificio e tutte le sue attrezzature e dotazioni recenti col solo obbligo di assicurare lo svolgimento di attività aperte al pubblico in meno della metà del palazzo per 240 giorni all’anno su 365 con «diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente il servizio che verrà reso nell’ambito del Palazzo del Governatore»
* La vigente funzione di sede per mostre d’arte contemporanea e connesse attività culturali (delibera di Giunta n. 279 del 07/08/2009) verrebbe adulterata, infiltrata da mille altri tipi d’impiego del palazzo al fine «di adibirlo a contenitore di attività coerenti rispetto alle finalità istituzionali del Comune di Parma» con «utilizzo promiscuo per fini culturali e/o altri impieghi che presentino affinità e/o sussidiarietà con i compiti istituzionali dell’Ente locale» (assessorato allo sport? alle attività produttive e al commercio? all’Walfare? al Bilancio? alle Società Partecipate? ecc.). Nei rari passaggi appena meno ambigui si scopre un’interpretazione in parte generica e in parte impropria di cosa siano le attività culturali per la nostra Giunta: «iniziative a scopo culturale, aggregativo e ricreativo rivolte alla collettività del territorio ... iniziative culturali, ricreative e di formazione permanente al fine di diversificare l'offerta culturale». Perfino ove si fa cenno alle mostre, non sono più solo d’arte:
«esposizione di opere d’arte ed altro», e ci s’immagina nell’antico edificio esposizioni di prodotti tipici della provincia per assicurargli «un ruolo di spicco della cultura a carattere espositivo del territorio».
- L’alibi di questo stravolgimento funzionale che si vorrebbe «in favore di una utenza il più possibile allargata e trasversale», come se l’arte e la cultura già non vi ottemperassero, nasconde il vero scopo e cioè quello di consentire l’accaparramento del palazzo a imprese private prive d’alcuna competenza nella cultura, come dimostra il fatto che ai gestori in pectore, chiamati non solo gestire e organizzare, ma pure proporre le attività, non sia richiesto alcun curriculum che attesti l’esperienza nella gestione e programmazione culturale.
LE RIPROVE DI UNA PRIVATIZZAZIONE MIRATA: ESPLORAZIONI LONTANE, SUBDOLA PROCEDURA
Un incastro di fatti parla da sé e racconta un’opaca vicenda:
* 4-6 giugno 2013: si tiene a Milano la rassegna «Eire – Expo Italia Real Estate»; l’attuale assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Michele Alinovi, vi porta la lista dei gioielli del Comune da proporre in vendita o in concessione ai privati, fra essi vi è «il polo museale» costituito da Palazzo del Governatore, Casa Pigorini, Torrione del Giardino e Palazzetto Eucherio Sanvitale.
* giugno 2013: Mauro Del Rio, fondatore e presidente della Buongiorno SpA, dichiara sulla stampa il proprio interesse per il Palazzo del Governatore. Poi tutto tace fino a:
* 16 dicembre 2013: all’insaputa del Consiglio comunale e della Commissione Cultura, viene emanato l' «Avviso esplorativo» con scadenza al 20 gennaio 2014 senza possibilità di proroga, ma il Comune e Parma Infrastrutture omettono di diramarlo alla stampa; né lo pubblicano su siti e testate fuori Parma.
* Solo l' 8 gennaio 2014 l’Ufficio Stampa del Comune dirama un comunicato (curiosamente datato 17 gennaio: lapsus calami o lapsus mentis?)
* 10 gennaio 2014: Mauro Del Rio, stanato dai giornalisti, rilascia un’intervista alla stampa, in cui ammette che la Buongiorno SpA ha già presentato il proprio dossier richiesto dall’«Avviso».
Se da ciò risulta come la Giunta comunale e Parma Infrastrutture abbiano disertato le consuete procedure ad evidenza pubblica per pubblicizzare l’«Avviso», è certo pure che le diserteranno dopo la sua scadenza, visto che «con il suddetto avviso non è indetta alcuna procedura di affidamento e per questo motivo non sono previste graduatorie, attribuzioni di punteggi o altre classificazioni di merito».
CHI È LA BUONGIORNO SpA?
È una società fondata a Parma nel 1999, è divenuta multinazionale in breve tempo, è stata comprata nel 2012 da NTT DoCoMo, divisione del colosso giapponese leader mondiale delle telecomunicazioni.
Sicuramente un'azienda con management capace, ma con nessuna competenza nel settore culturale. È infatti specializzata con successo nella creazione e distribuzione di contenuti multimediali per operatori di telefonia fissa, mobile ed internet in tutto il mondo, nel «garantire un gioco di alta qualità ed esperienza divertente, sia online, in TV o sul cellulare », nella « progettazione e fornitura di contenuti mobili di prossima generazione in tutta la gamma di dispositivi, sistemi operativi, linguaggi e piattaforme: dev. Brew, applicazioni web HTML5, wap », nella creazione di startup e nella formazione per giovani imprenditori del settore. Talenti magari da considerarsi «coerenti rispetto alle finalità istituzionali del Comune di Parma» come reclama l’«Avviso» per la concessione del duecentesco Palazzo del Governatore?
Del resto, le attività ricreative, aggregative e i corsi di formazione richiesti dall’«Avviso», non sono curiosamente pertinenti al mercato proprio della società Buongiorno SpA? Non è curioso che l’«Avviso» contempli «esposizioni di opere d’arte ed altro», candidando il migliore palazzo antico della piazza centrale di Parma ad essere pure un’ottima vetrina espositiva dei prodotti audio-video divertenti e seducenti della Buongiorno e per il resto sede dei suoi uffici di rappresentanza?
E' anche curioso che la moglie del sindaco Federico Pizzarotti sia una dipendente della Buongiorno SpA.
Può esservi il rischio che la Giunta violi l'obbligo costituzionale all'imparzialità insieme a quello della tutela del patrimonio culturale che ha in affidamento dai cittadini parmensi?
LUCRO PRIVATO DEL PATRIMONIO STORICO SPACCIATO PER VALORIZZAZIONE DAI PENTASTELLATI
Questa ennesima prova conferma l’attitudine della Giunta nella politica del patrimonio storico-culturale:
* Il Codice Urbani prescrive la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico pubblico, cioè le pratiche che consentono l’accesso e il vantaggio democratico del suo valore culturale. L’attuale Giunta di Parma persegue invece la contraffazione di tale principio costituzionale, declinando la valorizzazione culturale in valorizzazione commerciale, servendosi del braccio operativo di Parma Infrastrutture SpA la cui «mission è oggi focalizzata a “Valorizzare il patrimonio immobiliare del Comune di Parma», o meglio «Collocare il patrimonio disponibile sul mercato (vendita e/o messa a reddito/ affitto) alle migliori condizioni possibili», come si legge sul sito internet della società.
* La concezione della Giunta che i monumenti storici pubblici, tanto più se centri culturali in buono stato di conservazione, siano merce da proporre agli appetiti speculativi.
* L'inanità dell’attuale Giunta nell’esercitare l’indirizzo e il governo della cosa pubblica nel pubblico interesse, anche sul versante della cultura, fino all’incapacità di apprestare un programma adeguato per la vita di un simile polo culturale, prima vivace (24 eventi d’arte in meno di due anni, successo di pubblico), poi crollato nell’ultimo anno e mezzo a un regime catalettico, non giovando evidentemente un assessore con doppia delega ai Servizi Cimiteriali e alla Cultura, prediligente gli uni sull’altra.
LE NOSTRE PROPOSTE ALLA GIUNTA, AL CONSIGLIO COMUNALE, ALLA COMMISSIONE CULTURA:
* L’«Avviso esplorativo per manifestazione d'interesse per valutazione del mercato relativamente all'affidamento della concessione del ‘Palazzo del Governatore’» emanato da Parma Infrastrutture SpA, che non è in alcun modo vincolante per l’Amministrazione comunale nei confronti di chi abbia ad esso già risposto, sia ricusato e dichiarato un atto improprio dalla Giunta.
* Il palazzo del Governatore sia preservato non solo come edificio monumentale tutelato ex lege, ma anche come sede stabile per mostre d’arte e attività propriamente culturali programmate dal Comune.
* La Giunta, tramite i suoi uffici interni, curi anche l’aspetto della redditività economica del Palazzo del Governatore, con programmi culturali di alta qualità scientifica e riscontro di pubblico, senza escludere la possibilità d’occasionale affitto degli spazi per attività private, a canone di mercato e a condizione che siano consone agli spazi e in alcun modo dannose all’integrità monumentale.
* Il patrimonio storico del Comune sia immediatamente stralciato dalle liste dei beni disponibili a qualsiasi forma di alienazione sul mercato e rientri nella diretta ed esclusiva responsabilità dell’Amministrazione comunale, togliendolo a quella di Parma Infrastrutture SpA.
* La Giunta abbandoni l’idea di proporre i monumenti storici dei cittadini alle operazioni di mercato, poiché, oltre che indebita, è fallimentare, intercettando solo speculatori e non mecenati privati, con danni erariali e culturali difficilmente recuperabili, come dimostra il caso dell’Ospedale Vecchio. Dia invece avvio ad una seria ricerca di finanziamenti pubblici e di generosi privati, entrambi esistenti, se il suo scopo è davvero quello di tutelare il patrimonio e promuovere la qualità culturale di Parma.