Perché votare NO? La riforma costituzionale e le menzogne della governabilità e della rapidità

di Amani Salama - 13/11/2016
Il 4 dicembre del 2016 tutti gli italiani saranno chiamati alle urne per dire la loro sulla riforma della costituzione proposta dal governo Renzi. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione.

La riforma, oltre ad essere stata voluta da un premier non eletto, è stata approvata e votata da un parlamento incostituzionale, eletto con la legge porcellum e che la corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo almeno per un terzo nel 2013.

Il cambiamento più importante che verrà apportato alla costituzione riguarda il senato, con l’obiettivo di ridurre le spese a carico dei cittadini attraverso la riduzione del numero dei senatori da 315 a 100.

Per quanto riguarda la questione dei risparmi è tutto da dimostrare; secondo il governo si aggirerebbero sui 50 milioni di euro. Ma questa stessa maggioranza che ha varato a suo piacimento la riforma costituzionale ci aveva precedentemente promesso altri risparmi che avrebbero garantito la possibilità di destinare molte somme alla scuola, ai lavoratori, agli operai ma che di fatto non sono mai state attuate.

Innanzitutto il governo Renzi aveva parlato di riduzione delle società partecipate che costano ogni anno 23 miliardi di euro e che sono di gran lunga superiori a quella fantomatica cifra che si risparmierebbe con la riduzione del numero dei senatori.

Ma non solo, l’indennità dei parlamentari che sono quattro volte superiori a quelli dei corrispondenti omologhi delle varie entità parlamentari europee, la riduzione degli stipendi, della burocrazia della camera, del senato e del quirinale che comportano miliardi di spese che addirittura in questi ultimi tempi sono stati aumentati anziché essere diminuiti.

Inoltre perché diminuire solo il numero dei senatori e lasciare quello dei deputati invariato a 630, allora questa è soltanto una falsa riforma per il risparmio.

No - votazione 4 dicembre

L’altro vantaggio che secondo i “riformatori” deriverebbe da questa riforma consiste nella governabilità, cioè si afferma che questa riforma consentirà al governo di varare le leggi in maniera più rapida.

Il cosiddetto iter legislativo semplificato, dove l’unica semplificazione non riguarda il procedimento legislativo ma riguarda il governo a partire dall’atto che ne sancisce l’insediamento, cioè la fiducia da parte del parlamento che non sarà più data da entrambe le camere ma soltanto dalla camera dei deputati.

Ma noi dobbiamo chiederci quali legge sono state fatte da questo governo e da quelli che l’hanno preceduto; sono tutte leggi che vanno contro il principio dell’eguaglianza dei diritti sociali: la pessima riforma sulla buona scuola, la riforma sul lavoro che mortifica il lavoratore perché i lavoratori non vedono più garantita la loro permanenza nel posto di lavoro ma possono essere mandati via per qualunque causa.

Poi ancora la riforma “salvabanche” che ha mortificato i risparmiatori i quali si sono visti depredare dei loro risparmi a vantaggio delle banche. E così altre leggi dalla legge Imu banca italia che ha stabilito di dare sette miliardi e mezzo alle banche invece che ai lavoratori alle altre leggi “liberticide” che sono state fatte.

Questa governabilità è inaccettabile perché consente maggiore arbitri e noi diciamo invece che vogliamo l’attuazione della costituzione nella parte che non è ancora stata attuata che riguarda l’eguaglianza dei diritti sociali e che riguarda la possibilità per tutti di conoscere le notizie senza parzialità e senza faziosità come avviene adesso da noi.

Referendum vota NO

Vogliamo pluralismo e libertà di stampa che sono presupposti della democrazia, perché anche la stampa non ha più quella libertà sancita dalla costituzione.

Questa è una riforma costruita sul falso e sull’inganno, antidemocratica e illiberale. Vuole portare ad una grave limitazione dei diritti dei cittadini perché attribuisce molti poteri al presidente del consiglio, chiunque esso sia, e questo ridurrà i poteri del parlamento, che è invece il cardine della democrazia.

Noi abbiamo una Democrazia Parlamentare non un premierato forte.

Il sì sarebbe la fine della democrazia, noi vogliamo l’equilibrio dei poteri, che significa parlamento deve controllare il governo e il presidente del consiglio.

Quel presidente del consiglio che sta facendo quello che vuole, che caccia fuori i dissidenti dal suo partito e non consente a quelli che esprimono un voto contrario di stare addirittura nella commissione a fare i costituzionali.

Venendo invece al metodo con cui la riforma è stata approvata, non è compito del governo farsi promotore del cambiamento della costituzione, poiché questo è un compito tradizionalmente riservato al parlamento. Inoltre la riforma è stata approvata dalla sola maggioranza di governo senza accordi con le opposizioni.

IodicoNO - 4 dicembre - referendum costituzionale

Ricapitolando questa cosiddetta riforma è una riforma che non ha meriti, che complicherà soltanto di più il procedimento legislativo invece di semplificarlo e che renderà sempre più difficile la partecipazione delle persone alla vita politica triplicando il numero di firme necessarie per presentare le Leggi di Iniziativa Popolare (da 50 mila a 150 mila) ed aumentando notevolmente quelle per i Referendum (da 500 mila ad 800 mila).

Non ci interessa risparmiare 50 milioni sulla democrazia se poi bisognerà pagare un prezzo spropositato per subire una oligarchia; inoltre preferiremmo risparmiare quei soldi sull’acquisto di un aereo da guerra F35 che avere un Parlamento con meno senatori eletti; è una questione di scelte.

Insomma il problema della riforma costituzionale riguarda la nostra democrazia, i nostri diritti e la possibilità di migliorare la nostra condizione sia sul piano sociale che economico e dell’uguaglianza dei diritti sociali.

Il 4 dicembre 2016 votate NO.

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