In vista del prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre cosa voterà Enrico Calamai?
Enrico Calamai:
“Io non ho dubbi voterò no; no perché la nostra Costituzione è un documento bellissimo, importante, complesso che prevede tutto un sistema di garanzie articolate fra di loro che non possono essere oggetto di riforme improvvisate da persone che non sempre hanno ne hanno la statura giusta come si sta cercando di fare in questo momento.”
D:
Le preoccupazioni di questa riforma sono probabilmente un forte concentramento del potere nelle mani dell’esecutivo, cosa ne pensa sotto questo profilo Enrico Calamai?
Enrico Calamai:
“Io penso che sia proprio cosi, si sta cercando di comprimere il potere legislativo, di reprimere il potere giudiziario per dare spazio a quella che si chiama governabilità, ma che in realtà è introdurre un diaframma tra la rappresentatività popolare e la libertà di azione del governo. Si vuole con questa riforma creare una casta politica ingiudicabile ed irremovibile.”
D:
Sotto quali aspetti questo voto avrà delle ricadute soprattutto per i residenti all’estero in Argentina ed in tutti i paesi del Sudamerica?
Enrico Calamai:
“La Costituzione prevede per la prima volta il voto degli italiani all’estero . Questo ha dato negli anni una possibilità di un riconoscimento e di una crescita dei diritti riconosciuti dalla madre patria nei settori del welfare, delle pensioni, nella rappresentatività politica e nella presenza nel Parlamento stesso, dei residenti all’estero. Tutto questo però, i diritti non sono mai acquisiti una volta per sempre, i diritti bisogna difenderli e non è detto che modificando la Costituzione insieme alla legge elettorale non si cerca di fare marcia indietro perché quello che si vuole fare è chiudere il sistema solidaristico, di uguaglianza per tutti anche per le minoranze che la Costituzione ha permesso di implementare.”
D:
I sostenitori del Si dicono che il Senato verrà abolito anche se di fatto tecnicamente non sarà cosi, proprio sotto questo profilo per i residenti all’estero che hanno avuto, attraverso delle personalità la possibilità di essere rappresentate in Parlamento che ricadute avrebbe questa riforma e questa sedicente abolizione del Senato?
Enrico Calamai:
“ Il grosso rischio è che la presenza in Parlamento degli italiani all’estero è ridotta. C’è ma è ridotta, ma il rischio di questa riforma è che la riduca ulteriormente, che finisca per vanificarla per farne una cosa onoraria e nient’altro, che insomma un sistema di neoliberismo che cerca di tagliare come superflue tutte le spese di welfare, di scuola, di solidarietà , di cultura, arrivi cioè a tagliare tutto ciò che riguarda gli italiani all’estero. Quindi io credo che le nostre collettività all’estero devono assolutamente mobilitarsi per tutelare la Costituzione e votare NO in questo referendum.”
D:
Nello specifico analizzando sia l’Italicum ossia la legge elettorale strettamente legata a questa riforma, sia le norme relative al funzionamento del Senato ciò che dici riguardo alla forte compressione della partecipazione democratica dei nostri residenti all’estero sembra essere confermato anche da un punto di vista tecnico.
Enrico Calamai:
Si è proprio cosi. La cosa incredibile che i nostri residenti all’estero devono sapere assolutamente è che con la nuova legge elettorale non è stata innanzitutto prevista la loro partecipazione alla fase del ballottaggio, e soprattutto la cosa gravissima è che la loro presenza in Senato di fatto sarà impedita in quanto non ricoprendo né il ruolo di consiglieri regionali, né quello di sindaci, che sono i requisiti per potere essere eletti nel Senato stesso, non potranno più essere eletti in questo ramo del Parlamento. Due ottimi buoni motivi per votare No a questa riforma.
D:
I sostenitori del Si ribadiscono che chi vota SI sarebbe a favore del cambiamento in un paese che per molti anni è rimasto bloccato, che non è stato capace di mettere in campo delle vere e proprie riforme, mentre chi vota NO sarebbe per la conservazione per far restare il paese immobile, quindi vorremmo capire che cosa ne pensa Enrico Calamai di questo messaggio che vorrebbero fare passare sostenitori del Si e se effettivamente è cosi.
Enrico Calamai:
“ Si fa un gran parlare di cambiamento ma in realtà il cambiamento che il Governo vuole portare avanti è l’apertura del paese al neoliberismo. Ora il neoliberismo è in crisi a livello mondiale, il neoliberismo è fallito, ha portato a questo disastro di una crisi iniziata nel 2008 analoga a quella del ’29 del secolo scorso e da cui non siamo ancora usciti e di cui, nel ’29, si usci dieci anni dopo. con la seconda guerra mondiale. Quindi che cambiamento si vuole? Secondo me quello che bisogna fare, il cambiamento autentico è l’attuazione concreta, reale , nel quotidiano, nella politica dei valori previsti dalla nostra Costituzione. Cambiarla vuol dire tutelare i diritti economici di pochi a scapito dei diritti diffusi della maggior parte degli italiani.”
D:
Qual’ è quindi l’appello semplice e accorato che Enrico Calamai intende rivolgere agli italiani all’estero in Sudamerica per questo voto del 4 dicembre?
Enrico Calamai:
“Votate No, votate No con decisione, organizzatevi perché il maggior numero possibile di connazionali capisca l’importanza di votare No, controllate che le procedure elettorali vengano rispettate, che non ci siano brogli, che non ci siano manipolazioni, fate in modo che la Costituzione continui a dare a voi che vivete all’estero e a noi che viviamo in Italia un’atmosfera di vivibilità democratica come abbiamo sinora avuto.”