Renzi è “Like a Rolling Stone”

di Gianluca Veneziani - L'Intrapendente - 29/10/2016
Oggi il premier campeggia sulla copertina della rivista. Ma, come cantava Bob Dylan, è lui la Pietra che Rotola, "destinata a cadere"

Ehi Matteo, come ci si sente? Come ci si sente? Per caso, come una pietra che rotola? Oggi il tuo faccione e le tue risposte a un’intervista figurano sulla rivista Rolling Stone, allo scopo di farti apparire come un tipo rock e non lento, un politico ultrapop, The Young Pop, per dirla col titolo sorrentiniano del pezzo, o magari – sotto sotto– per far rotolare qualche voto in più, magari tra i gggiovani che tanto ti piacciono, in direzione del Sì.

Ma in realtà la presenza di Renzi su quel giornale ha un valore ontologico, perché Matteo è lui stesso la Rolling Stone, la Pietra che Rotola in senso strettamente dylaniano. Basta attingere alla canzone del neo-premio Nobel per scoprirlo, e testimoniare che la condizione antropologica ed esistenziale di cui parla Bob Dylan ha un valore non solo universale, ma anche attuale e corrisponde alla situazione politica del premier di oggi.

“La gente di diceva: attento, sei destinato a cadere!”, canta il grande cantautore americano, profetizzando cinquant’anni prima il rischio cui va incontro Matteo da Rignano, che si credeva onnipotente ma che ora è là, di qui a poco più di un mese, a rischio di essere affossato. “Tu pensavi che tutti stessero scherzando. Ora non parli così ad alta voce. Ora non sembri così orgoglioso nel tuo dover elemosinare il tuo prossimo pasto”. E posto, aggiungiamo noi. Perché la retorica renziana si è sgonfiata, il suo atteggiamento non è così tronfio e pieno di sicumera, non più quello di una roccia che si erge rigida, adamantina e inscalfibile, è semmai la posa di una pietra precaria e ruzzolante che, con la sua caduta, rischia di travolgere quanti l’hanno seguita e sospinta, e di fare un gran rumore prima di sprofondare a valle. Perché, se Renzi è la Pietra che Rotola, quanti l’hanno sorretta e trascinata in su, credendo così di risollevare il Paese, sono i tanti Sisifo che compiono una diuturna azione inutile, credendo invece di compiere una grande impresa. È fatica sprecata quella di stare dietro a Matteo, convinti che con un Sì si possa arrivare in cima alla vetta. È più probabile che la pietra gigante, questo Masso-Bomba, ci travolga col suo peso…

E allora “come ci si sente, come ci si sente?”, a rischiare lo sfratto da Palazzo Chigi, forse temi di diventare “come un perfetto sconosciuto”, ora che – in caso di sconfitta – nessuno più ti darà pacche sulle spalle o ti farà grida di incoraggiamento. Si ritorna all’anonimato, una volta usciti dalla politica. E “nessuno ti ha mai insegnato come si vive per la strada. E dovrai abituartici”, perché un conto è andare nelle piazze piene di peones e claque, altro è arrabattarsi nelle strade, altro è farsi la propria strada…

Eppure eri andato al potere con promesse di rinnovamento e di cambiamento, addirittura con progetti messianici di palingenesi e rottamazione. “Dicevi che non saresti mai sceso a compromessi”, che saresti restato un puro, lontano dai vecchi trucchi della politica, e invece adesso “chiedi: facciamo un accordo?”. Ti sei abbassato anche tu alla logica della compravendita politica, della campagna acquisti in Parlamento, degli inciuci di Palazzo chiamati Partito della Nazione, pur di conservare la seggiola, pur di restare al potere.

No, non sei più un ingenuo e un principiante, ti sei contaminato anche tu con l’esercizio del governo, ne sei diventato sua vittima e suo strumento. Sei arrivato in alto, è vero, ma la vera difficoltà una volta giunti alla cima è restare stabili, non sbandare a causa del vento e della prima spinta, non farsi prendere dalla vertigine e rovinare di nuovo in basso.

L’errore è anche tuo, ammettilo, che ti sei circondato di mediocri, che non hai eretto barriere per evitare la caduta; “Non ti sei mai guardato intorno per vedere lo sguardo cupo dei giocolieri e dei clowns. Quando tutti loro facevano trucchi per te”; credevi fosse divertente, il messaggio felice di un Paese che riparte. Ma non era vero, era tutta finzione, e lo sapevi anche tu. “Tutte le belle persone stanno bevendo e pensando che ce l’hanno fatta. E si scambiano tutti preziosi regali”. Ma anche quella è messinscena, Matteo, il Paese reale, quello che è restato in fondo alla valle dice altro, non ha niente da ridere o da essere ottimisti, non spera più di arrivare lassù in cima, al massimo spera di provocare la frana, di far ruzzolare giù anche chi avventatamente ha provato la scalata.

Lassù, l’aria è rarefatta e la presa dei piedi instabile. Bisogna avere spirito e fisico per sopportare l’altezza. E solo i grandi ci riescono, riuscendo guardare in lontananza e in profondità, dalla vetta. Per gli altri, meglio incominciare la discesa. Meglio scivolare via da soli, per non farsi travolgere dallo scossone. Per non sentirsi “come un completo sconosciuto, come una pietra che rotola…”. Like a Rolling Stone.

 

16 marzo 2019
31 marzo 2019
14 marzo 2019

LA SVOLTA ? GLI ABITANTI DELLA TERRA LA VOGLIONO

Associazione mondiale « L’audacia nel nome dell’umanità. L’Agorà degli Abitanti della Terra »