Venerdì 15 marzo sciopero per il clima: in 1.325 città del mondo, 140 solo in Italia

di ALESSANDRO FARRUGGIA - quotidiano.net - 13/03/2019
Tre anni dopo l'accordo di Parigi sul clima un movimento dal basso promosso dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg, scuote le coscienze. Non si è fatto abbastanza

Venerdì 15 marzo 2019 i giovani, e non solo loro, scendono in piazza per il clima. Seguendo l’esempio di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che dal 20 agosto dello scorso anno è si è messa ogni venerdì in sciopero scolastico, seduta vicino al parlamento svedese, armata solo di cartelli, per sollevare l‘attenzione sul cambiamento climatico il movimento Fridaysforfuture - un movimento “liquido” che vive sul web e sull’emulazione di centinaia di gruppi spontanei - ha fatto un salto di qualità passando la protesta del venerdì da locale a globale, a manifestazioni marce e flash mob in tutto il mondo.

"Penso che questo movimento sia molto importante. Non solo rende le persone consapevoli e ne fa parlare di più, e serve anche per mostrare alle persone al potere che questa è oggi l'emergenza ambientale prioritaria", ha detto Thunberg a Reuters in un'intervista. Thunberg ha quasi 250.000 follower su Twitter dove il suo movimento porta gli hashtag #FridaysForFuture e #SchoolStrike4Climate.

La capacità di Greta di "bucare" la cappa di indifferenza e fatalismo è stato formidabile. L’ha portata, tra l'altro, a parlare davanti alla Cop24, la conferenza sul clima di Katowize come davanti alla Commissione Ue e al forum economico di Davos.

E adesso sta mobilitando le coscienze con una ampiezza mai vista. Venerdì saranno in programma 1325 eventi in 98 paesi. Dalla Germania (190 eventi) agli Stati Uniti (136), dall’Italia (140) dalla Svezia (112), al Regno Unito (98), la Francia,(84) , la Spagna (52), l’Australia (45), il Canada (44), il Belgio (28), l'Irlanda e la Svizzera (23), la Polonia (22), il Messico (21), la Finlandia (20), la Danimarca (19), Argentina, Brasile e Nuova Zelanda (15), l'India (16), il Cile e la Repubblica Ceca (11) fino alla Cina, la Russia, l’Argentina, la Turchia, il Perù, la Norvegia, l'Austria, le Filippine, l'Uganda, la Colombia, l'Ucraina, Cuba, la Romania, la Nigeria, il Sudafrica, Taiwan, il Bangladesh, il Nepal e probabilmente persino la Somalia. Novantotto paesi. La richiesta è: un cambiamento adesso, prima che sia troppo tardi. Perchè per ridurre il cambiamento climatico prodotto dall'attività antopica, dell'uomo, non bastano parole, sevono azioni.

In Italia gli attivisti scenderanno in piazza in tutte le grandi città e nella maggior parte deii capoluoghi di regione, da Roma a Milano, da Napoli a Bologna, Firenze, Torino, Genova, Venezia, Trieste, Bari, Palermo, Catania, Cagliari, Ancona, Bolzano e Potenza ma anche in molti altri centri grandi e piccoli, da Siena e Pistoia a Modena e Reggio Emilia, da Udine a Sassuolo e Carpi, a Cuneo, Aessandria, Novara, Ravenna, Parma e Verona. Da Bergamo, Brescia, Varese, Monza, Cremona, Sondrio ad Arezzo, Prato, Empoli e Grosseto, da Salerno a Senigallia a Taranto e La Spezia, da Policastro ad Aprilia, ad Olbia. Da Livorno a Barga, a Lecco, Como, Pescara, Lodi, Messina, Cosenza. Centoquaranta tra città e paesi. Praticamente ovunque.

La mappa

Nella Capitale la giornata, organizzata da Fridays For Future-Roma, si aprirà alle 10.30 con il ritrovo davanti alla fermata Colosseo della metro B, da dove partirà una passeggiata fino a piazza Madonna di Loreto. Proprio qui, alle 11 partirà il programma della mattinata con musica dal vivo e gli interventi del geologo Mario Tozzi e di studenti di ogni età, dalle elementari all'università. A Milano i giovanissimi attivisti attraverseranno la città con una marcia per il clima che partirà alle 9,30 da largo Cairoli e arriverà a piazza della Scala, dove, dalle 11 alle 13, è prevista la manifestazione. A Bologna studenti, professori, famiglie, sono invitati all'incontro di piazza Maggiore dalle 9, mentre a Firenze, alla stessa ora, ci sarà il raduno in piazza Santa Croce, da dove partirà una manifestazione (percorso ancora non fissato). Scendendo al Sud, Fridays for future-Napoli chiama a raccolta la Campania in piazza Garibaldi per le 9. No all'esposizione di loghi di partiti politici e organizzazioni, sottolineano, "per evitare strumentalizzazioni", sì a cartelli e striscioni. A Palermo previsto il concentramento per le 9 in piazza Verdi, da dove partirà un corteo che si dirigerà al Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, per "portare il nostro messaggio non solo alla Regione e alle amministrazioni, ma al nostro Governo Nazionale". Consigliato da FFF-Palermo un indumento verde.

La giornata sarà accompagnata dagli hashtag #FridaysForFuture #ScioperoMondialeperilFuturo #climatestrike. "Tre anni dopo la firma dell'Accordo di Parigi, le promesse che ci sono state fatte devono ancora trasformarsi in azioni _sottolinea Fridays For Future-Italy, promotrice dell'evento _ Dobbiamo accelerare la transizione verso un'Italia senza emissioni di gas serra. Sono sempre più numerosi i cittadini che vogliono aria più pulita, meno plastica nei nostri oceani, più energia da fonti rinnovabili, un futuro sostenibile per i bambini, in breve più risolutezza politica per il pianeta. Il 15 marzo facciamo appello per una politica climatica più ambiziosa a livello globale, europeo e nazionale”. Una protesta dal basso, contro la (cattiva) politica che promette e non fa.

Allo sciopero aderiscono le associazioni ambientaliste, e non solo: Legambiente, Wwf, Federconsumatori, Marevivo, Lav, No Triv, Federparchi, Slowfood, Fiom-Cgil, molti comuni (tra i quali Roma e Napoli) e la regione Lazio. In piazza anche Verdi, Pd, M5S.

Anche il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (Snpa, la rete delle agenzie pubbliche ambientali, cioè l'Ispra nazionale e le Arpa regionali) aderisce al Global Strike for Future di venerdì 15 marzo e sottolinea come "in Italia il 2018 è stato, ad oggi, l'anno più caldo di tutta la serie storica di dati controllati ed elaborati, cioè almeno dal 1961: +1,77 C rispetto al valore normale di riferimento 1961-1990, +1,15C rispetto al rispetto al valore normale di riferimento 1981-2010. In base a studi sul passato, si può affermare che in Italia il 2018 risulta essere l'anno più caldo da almeno 2 secoli circa. Gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 sono stati confermati dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) come i quattro più caldi mai registrati. Il 2018 si classifica come il quarto anno più caldo mai registrato. L'anno 2016 rimane l'anno più caldo mai registrato (1,2 C al di sopra del dato di base preindustriale)". "In Italia nel 2017 _ prosegue la rete delle agenzie ambientali _ le precipitazioni sono state nettamente inferiori alla media climatologica (periodo di riferimento 1948-2016) e sono stati osservati deficit di precipitazione sull'intero territorio nazionale. Nel mese di ottobre del 2018, l'Italia è stata teatro di eventi meteorologici estremi. Su scala globale, spiega ancora il Snpa, l'inizio del 2019 è stato caratterizzato da condizioni meteorologiche di grande impatto in molte parti del mondo: il freddo in Nord America, il calore record, incendi e piogge in Australia, temperature record e precipitazioni in alcune parti del Sud America e forti nevicate sulle Alpi e sull'Himalay". Il cambiamento climatico è qui e ora.

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