La
controriforma costituzionale è approdata nell’aula del Senato
senza che fosse terminato l’esame in Commissione. In vista della
scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti, sono
iniziate delle grandi manovre per condizionare la libertà di voto
dei senatori e le decisioni che deve assumere, in piena autonomia, il
Presidente del Senato in ordine all’ammissibilità degli
emendamenti volti a introdurre profonde modifiche del provvedimento
in discussione.
In questo contesto fanfare e rulli di tamburo
annunciano la possibile intesa nel Partito democratico sulla base di
un emendamento “chirurgico” all’art. 2 che suonerebbe così:
“la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli
organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, su
indicazione degli elettori in base alle leggi elettorali
regionali”.
Una simile intesa sarebbe una volgare truffa
ai danni del popolo sovrano. L’emendamento non farebbe altro che
ribadire il no all’elezione popolare diretta dei senatori,
affidando al Consiglio regionale il potere di scegliere i
rappresentanti in Senato, mentre al popolo sovrano sarebbe consentito
solo di esprimere un parere. Rimarrebbero comunque in piedi tutti gli
altri elementi che rendono inaccettabile questa riforma.
E’ più
che mai necessario ed urgente far sentire alta la nostra voce di
dissenso e smascherare ogni tentativo di raggirare l’opinione
pubblica.
Per questo il Coordinamento per la Democrazia
Costituzionale ha indetto un presidio di cittadini innanzi al Senato,
Piazza cinque Lune, dalle h. 15 alle 20 di mercoledì 23
settembre.
Invitiamo tutti a mobilitarsi e ad organizzare
manifestazioni pubbliche (presidi, sit in, volantinaggi) ovunque
possibile sul territorio e ad incrementare la raccolte delle firme
sulla seguente petizione:
SBLOCCARE LA DEMOCRAZIA PER FAR RIPARTIRE L'ITALIA
https://www.change.org/p/senato-della-repubblica-sbloccare-la-democrazia-per-far-ripartire-l-italia
Domenico Gallo Alfiero Grandi