Nei giorni scorsi ha scritto a tutti i parlamentari italiani: non votate le riforme di Matteo Renzi, il succo del messaggio. Lo firma Grazia, nipote di Laura Portoghesi Tuzi, la donna che nel primo dopoguerra ospitò la comunità del Porcellino: nelle stanze del palazzo di via Chiesa Nuova a Roma, Dossetti, La Pira, Fanfani e altri tra i massimi esponenti del cattolicesimo politico italiano, preparavano i lavori dell’A ss e m b l e a costituente. Così, riprendendo lo spirito di quei giorni, Grazia Tuzi si rivolge a chi è chiamato a votare le riforme della Carta.
Il deputato di Sel Nicola Fratoianni ha risposto al suo appello. Ecco come lei ha replicato.
Con la mia lettera vorrei scuotere le coscienze, per primo quelle dei parlamentari e poi quelle di ogni cittadino. Credo che ognuno di noi dovrebbe lottare per difendere la nostra Carta costituzionale che come lei giustamente dice è “la più bella del mondo”.
Non so se lei sa che, il 21 novembre 1946 Dossetti propose alla discussione dei costituenti un articolo, poi non inserito, sul “diritto alla resistenza”. L’articolo affermava che: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”. Per i dossettiani la difesa dei diritti fondamentali era il cardine della Carta e del loro progetto Paese.
L'articolo 1 lo propose La Pira, per il quale il lavoro aveva un valore sacro. Come lui era solito sostenere nessuno può, in base a una visione tecnicamente sbagliata e moralmente pagana dell'economia, violare questo valore umano così alto, che oltretutto è alla base del nostro edificio costituzionale, sociale e politico.
La Pira, nel 1951, da sindaco di Firenze stette a fianco dei 2000 operai della Pignone che erano stati licenziati. Con loro occupò la fabbrica e non si dette pace finché non convinse Mattei a comprarla e a riassumere tutti gli operai.
Provo un grande fastidio quando Renzi si presenta come l’erede di La Pira. È vergognoso che dica una cosa del genere. Parlano di Costituzione vecchia, ma visto che guardano agli Stati Uniti come modello da seguire perché non si informano sulla data della loro Carta?
È del 1787 e da allora sono stati modificati, dopo attenti studi, soltanto 21 articoli. Ho letto con attenzione gli atti dell'allora Assemblea costituente e so con quanta sapienza, quanta umanità e quante discussioni filosofiche e politiche sono state scelte le singole parole che compongono i diversi articoli. Se si ascoltano ora le discussioni sulla riforma costituzionale si percepisce il vuoto assoluto.
Da piccola mia nonna mi raccontava di quel periodo straordinario con orgoglio e con passione. E quando qualcuno le diceva come fai a sopportare tutta questa gente in casa lei rispondeva: “Lasciamoli stare, stanno rifacendo l’Italia”.
Smantellare la Costituzione significa rendere nulli tutti i diritti conquistati anche grazie alle lotte dei nostri partigiani. E allora, penso che sia nostro dovere combattere questi falsi profeti e reclamare quel “diritto alla resistenza” di cui parlava Dossetti.
Mi auguro che la mia lettera serva a far capire a tutti coloro che hanno perso la speranza che è arrivato il momento di tornare a Resistere! Credo che scrivere ai deputati dissidenti o incerti serva a fargli capire che le persone reclamano coerenza.