In realtà Alexis Tsipras, leader della coalizione greca “Syriza” (in
testa ai sondaggi) ama moltissimo l’Europa. Non quella dei banchieri che
giocano alla roulette con le nostre vite, però. Quella dei cittadini. E
dunque una “Europa dei cittadini” vuole cominciare a costruirla non
solo per i cittadini ma con i cittadini. Ieri è stato in Italia, prima alla “Stampa estera”, poi al teatro Valle occupato
(pieno come un uovo, anzi in realtà debordante, compreso il foyer, e
con centinaia e centinaia di persone che sono rimaste in strada), infine
alla trasmissione Otto e mezzo di Lilli Gruber, insieme a Barbara Spinelli.
Ha spiegato il suo progetto, che prevede “più Europa”, ma un’Europa
radicalmente diversa da quella attuale, e in assoluta contrapposizione
non solo alla signora Merkel ma anche a quella “sinistra di
establishment” che con la Merkel ha realizzato in Germania la “Grosse
Koalition” e che in Italia pratica da un ventennio l’indecoroso (è un
eufemismo) inciucio con Berlusconi. Un’Europa da edificare rimettendo in
discussione gli attuali trattati, negoziando una non-restituzione del
debito di almeno il 60% (questa la percentuale che negli anni ’50
l’Occidente “abbuonò” proprio alla Germania!), rendendo davvero
democratiche le istituzioni di Strasburgo e di Bruxelles con
trasformazioni radicali di tipo costituzionale.
E ha ufficializzato la nascita della lista che in Italia candiderà il suo nome per la Presidenza della Commissione:
una lista della società civile, una lista di cittadinanza attiva, una
lista rigorosamente autonoma dai partiti, che è stata promossa da Andrea
Camilleri, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido
Viale (e da chi scrive), che ha superato già le 20 mila adesioni (puoi
aderire qui),
che ha raccolto il sostegno di personalità di orientamento assai
diverso (ma tutte ovviamente nell’arco della democrazia presa sul serio e
della Costituzione quale via maestra da percorrere realizzandola
anziché “rottamandola”) come Furio Colombo e Michele Serra, Curzio
Maltese e Andrea Scanzi, Moni Ovadia e Carlo Freccero, Gustavo
Zagrebelsky e Lorenza Carlassare, Roberta De Monticelli e Massimo
Carlotto, Corrado Stajano e Nadia Urbinati …
I sei promotori
saranno i garanti dell’intero processo con cui la lista verrà
realizzata. In realtà saranno in sette, perché proprio Tsipras ha
accettato di essere accanto a loro il settimo garante, perché questa
lista non ripeta fallimentari esperienze minoritarie del passato. Il
nome della lista sarà scelto nei prossimi giorni con un referendum tra
tutti coloro che hanno aderito (il cui numero sta crescendo a vista
d’occhio, vedi su www.micromega.net).
Una lista che dovrà raccogliere 150mila firme per essere presentata. Un
impegno improbo (i partiti presenti in parlamento, che cercano di
mantenere il monopolio della politica come “cosa loro”, ovviamente sono
esentati dalla raccolta delle firme), ma un “sogno” realizzabile.
Tsipras ha ricordato che ancora poco tempo fa, quando la sua coalizione
era al 3,4% ma lui indicava una politica di governo alternativo, gli
davano del pazzo. Ora i sondaggi lo vedono al primo posto. E un
sondaggio di La7 riportava questo dato: il 53% degli italiani non si
riconosce né nell’europeismo filo-establishment del Pd, né nelle scelte
reazionarie delle destre, né nell’euroscetticismo di Grillo.
Lo
spazio per una “lista Tsipras” della società civile c’è. Lo stesso
Tsipras, che è un leader di sinistra, ha ricordato che si tratta di
andare anche oltre la sinistra, non però con la “moderazione” a cui
invitano i genuflessi davanti agli establishment. E ha aggiunto che se a
questa intransigente ma inclusiva radicalità ha già aderito un
commissario di polizia come Salvo Montalbano, possiamo farcela. Ora
dobbiamo costruirla insieme, questa lista: i protagonisti siete voi.
E’ il “nemico numero uno dell’Europa” secondo la testata tedesca Der Spiegel.