Il Senato ha approvato oggi la decadenza del leader di Forza Italia condannato il 1º agosto 2013 a quattro anni di reclusione per frode fiscale con sentenza passata in giudicato nel cosiddetto “processo Mediaset”. ”Noi non ci ritireremo” ha esclamato il Cavaliere davanti ai sostenitori radunati di fronte a Palazzo Grazioli preannunciando che non farà alcun passo indietro, non uscirà dalla scena politica.
Siamo sicuri che, almeno in questo caso, manterrà la promessa e che
continuerà, da non senatore nella sua opera, iniziata nel ’94 di degrado
morale e civile del Paese, insieme ai suoi accoliti, falchi e colombe
che nella sostanza pari sono.
Lo farà forte di un conflitto di interessi mai rimosso e di un potere economico e mediatico per nulla scalfito.
Per questo condividiamo in pieno le parole di Barbara Spinelli oggi su
“Repubblica”: “…Il berlusconismo resta innanzitutto come dispositivo del
presente. Anche decaduto, assegnato ai servizi sociali, il leader di
Forza Italia disporrà di due armi insalubri e temibili: un apparato
mediatico immutato, e gli enormi mezzi finanziari. Tanto più mostruosi
in tempi di magra. Assente in Senato, parlerà con video trasmessi a reti
unificate…
“La sua decadenza – ha affermato il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti – avrebbe dovuto essere decretata da tempo e senza bisogno di un giudice. Sarebbe bastato prendere atto del suo conflitto di interessi, delle tante relazioni pericolose, dell’elogio del mafioso Mangano, del voto parlamentare su Ruby, della distruzione del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo…”
Il berlusconismo è un sistema di potere, immorale e illegale, che ha prodotto una regressione politica e culturale senza precedenti e che non decade con Berlusconi perché è la pesantissima eredità di questi venti anni: un processo degenerativo del tessuto democratico profondamente innervato nel codice genetico della politica che, in assenza di un sussulto civile, potrebbe sopravvivere alla fine di Berlusconi.