Tutto iniziò con quella telefonata in piena notte del 28 maggio 2010 al capo gabinetto della Questura di Milano, Pietro Ostumi.
Sono Berlusconi da voi c’è una ragazza… Bene. È meglio rilasciarla, sapete è la nipote di Mubarak, anzi consegnatela a Nicole Minetti. E così fu.
La minorenne Ruby era tra le frequentatrici delle serate hard per divertire e soddisfare il grande papy. Una che – come si saprà dopo – amava vantarsi a destra e a manca di essere compensata generosamente per la fascinazione che esercitava nelle “cene eleganti” e nei “burlesche” annessi, connessi, a seguire…
In quella notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 Berlusconi aveva telefonato a mezzanotte e alla due Karima-Ruby El Marhoug venne rilasciata in tutta fretta. Non si aspettò neppure il riscontro identificativo richiesto alla Comunità per minori di Messina da cui la ragazza era scappata qualche giorno prima e non ci si preoccupò neppure troppo che l’affidamento a Nicole Minetti fosse solo formale, visto che alle quattro di mattina veniva spedito un fax dalla questura di Milano a quella di Messina (atto obbligato) che indicava come domicilio, non quello della Minetti che era in Via Olgettina 65, ma bensì quello della brasiliana Michele De Concecao Santos De Oliveira domiciliata in Via Villoresi 19.
Tanta fretta, nonostante la ferma opposizione al rilascio e a quell’affidamento inaffidabile del PM Anna Fiorillo, di turno quella notte presso il tribunale dei Minori di Milano, a cui la questura aveva taciuto la telefonata di Berlusconi.
Nacque il così detto caso Ruby con i processi ancora in corso…
Si veniva a sapere delle fiumane di ragazze alloggiate nelle case di Via Olgettina: stanziamento e transito al pronto-uso per “il drago”, come lo definì Veronica Lario, o “l’utilizzatore finale” come spiegò Niccolò Ghedini difensore di Berlusconi, nonché deputato del Pdl.
Le “cene eleganti” facevano ridere tutto il mondo e quando finanche in appello la rete di prostituzione non poteva essere più negata, sono state accreditate a detta del nuovo difensore aggiunto, Franco Coppi, «notti un po’ scollacchiate… forse».
Si è detto che la difesa di Coppi è stata determinante per far cancellare la condanna di Berlusconi a sette anni per concussione (telefonata in questura) e prostituzione minorile (sesso con Ruby).
La seconda Corte d’appello di Milano adesso ha assolto Berlusconi. Concussione: «il fatto non sussiste». Prostituzione: «il fatto non costituisce reato».
Queste le due laconiche dichiarazioni del dispositivo che da giorni rimbalzano sui media. Assoluzione, dunque, e «contro ogni più rosea aspettativa, ha ammesso l’avv. Franco Coppi. Uno che di foro se ne intende e che si è preso cura in passato di tanti altri imputati eccellenti: da Andreotti, a quel Vito Miceli implicato nel golpe Borghese.
Le sentenze si rispettano! Ma si potranno anche discutere. Aspetteremo motivazioni.
La Magistratura fa il suo corso! Ci vorrà tempo. La Corte d’Appello ha 90 giorni per depositare la sentenza, e poi ci sarà probabilmente il terzo grado di giudizio in Cassazione. Sempre che intanto il tutto non vada in prescrizione! È già accaduto, potenza delle leggi ad personam!
Intanto un Berlusconi resuscitato utilizzerà la sentenza d’appello -e le sue coorti sono già all’opera- come lavacro per il proprio riscatto politico. Aiutato allegramante in questo da un PD, dominato dal neodemocristiano Renzi, che gli sta offrendo come zerbino da tempo, visto che la più grande preoccupazione dei suoi corporativi vertici, oltre ad eliminare l’opposizione interna che dice qualcosa di sinistra, è quella di durare sulle poltrone e per questo punta all’azzeramento della sua storia e dei suoi stessi valori progressisti, contribuendo così alla svolta reazionaria in atto.
La sentenza d’appello capita in questo clima, e riportare in auge Berlusconi può far molto comodo.
Così in un Italietta impaurita e stanca, dove quasi più nessuno osa addebitare la crisi economica alla radicalizzazione dello sfruttamento capitalista, c’è chi per mantenere saldi i propri privilegi di casta opera per scardinare definitivamente ogni aspirazione di giustizia e libertà. E sogna il ritorno ad un sistema medievale, spacciato per il nuovo che avanza (potenza del populismo!), dove nella pubblica amoralità diffusa, tra le disquisizioni se la corruzione è intimidazione, induzione, favoreggiamento… o concussione ognuno si adegui a diventare vassallo, servo, schiavo di un padrone, magari autoconvincendosi che vendersi a un grande papy – padre – padrino – padreterno, sia la miglior cosa possibile.
Il peso della libertà, del pensiero critico e della propria autodeterminazione: che fatica! Meglio l’obbedienza nella miseria politico-morale della servitù volontaria.
L’alleanza Berlusconi Renzi è rinsaldata e si prepara a spazzar via la Costituzione, troppo noiosamente attenta alla promozione della dignità individuale per la realizzazione concreta della democrazia, affinché nessun potente, sfruttando il timore reverenziale che suscita possa indurre ad obbedire alle sue voglie.