intervista a Andrea Camilleri di Argiris Panagopoulos, da Avgi
Come vede la situazione politica in Italia?
Sembra
che l'Italia stia vivendo una fase di stallo e il sistema politico è
bloccato da troppo tempo. Possiamo dire che si possono fare pochissime
cose. Le elezioni hanno portato tre partiti ad avere quasi la stessa
percentuale ed è difficile costruire una maggioranza veramente solida.
Oggi la maggioranza è formata da residui di dissidenti del Popolo della
Libertà di Berlusconi che permettono al governo di continuare ad
esistere, ma senza essere in grado di governare e di fare cose
importanti.
Il governo Letta continua ad applicare una ingiusta austerità?
Il
problema dell’austerità è un problema che riguarda l’Europa in
generale. Per questo motivo alcuni di noi stanno cercando di creare una
lista sovranazionale e transnazionale per affrontare le elezioni
europee. Da un lato stiamo cercando di combattere il riflusso
antieuropeo che sembra che sarà espresso nelle prossime elezioni.
Ritengo fondamentale proteggere il nostro essere europei, nonostante le
evidenti mancanze della macchina europea che durante questa lunga e
tragica crisi, ha continuato a lavorare facendo pagare un prezzo
altissimo, un prezzo che non possiamo nemmeno immaginare, a decine di
milioni di cittadini. C’è bisogno di una radicale revisione di tutti gli
accordi europei di questa macchina. Una revisione che non può basarsi
solamente e ancora una volta sui libri di contabilità. I ragionieri
distruggono l'Europa. Dobbiamo fermarli. Perché i libri dei contabili
parlano solo di un dare e avere. Non ci sono altre voci. Manca la voce:
società. L'Europa non può continuare a vivere ricattata solo dal valore
dell'euro. L'Europa deve condividere gli stessi ideali per essere unita.
Ideali a cui devono partecipare la stragrande maggioranza dei suoi
cittadini. In caso contrario non sarà in grado di continuare ad
esistere. La prossima guerra, perché questa crisi è stata una guerra,
lascerà sul campo molto più che paesi come la Grecia o altri colpiti
mortalmente dalla crisi attuale. Per questo motivo dobbiamo dare una
risposta europea unitaria a questa crisi sostenendo Alexis Tsipras per
la presidenza della Commissione Europea. Per dire che vogliamo un'Europa
diversa, un’Europa che appartenga ai suoi popoli e che prenda cura dei
loro interessi.
Una volta in Italia c’era la più
grande sinistra in Occidente, mentre oggi si fa fatica a trovare il
giusto passo. Per molto tempo l’Italia è stata sinonimo di idee
progressite.
La sinistra italiana era forte quando c’
era il vecchio Partito Comunista. Poi è arrivato il centro-sinistra, che
non ha potuto mantenere nulla dai grandi valori che aveva ereditato. E’
stato creato il partito di Rifondazione Comunista, ma si è sempre
fermato ad un piccolo consenso. Ci siamo trovati in questa situazione
perché abbiamo assistito ad un periodo di conflitto all'interno di
questi piccoli partiti della sinistra. Mancano persone che traccino
insieme un denominatore comune tra questi partiti frammentati, il popolo
della sinistra e della disobbedienza, per unificare queste forze ed
avere una sinistra sana. Per questo insisto su una lista per le elezioni
europee, perché può portarci a qualcosa di buono. Questi partiti così
come sono oggi non hanno peso, non hanno le percentuali per entrare in
parlamento. Abbiamo bisogno di far rivivere la speranza del popolo della
sinistra e delle forze vive della società nella prospettiva di cambiare
la nostra vita quotidiana. L'esempio della sinistra greca è molto
importante.
Lei è un uomo di cultura, un intellettuale.
Cosa l’ha spinto ad avere una posizione cosi chiara contro la crisi e
ad unirsi con altri nel tentativo di ricomporre la sinistra?
Ho
sempre preso una posizione. La cultura è soprattutto un modo di vita e
di prendere posizione. Ancor più di fronte ad una crisi come questa che
distrugge la società e i suoi valori. Una cultura che vive ai margini e
guarda solo ai fatti è una cultura sterile. Io sono un uomo che scrive
romanzi, un raccontastorie. Ma io sono anche un cittadino italiano e un
cittadino europeo. Devo partecipare obbligatoriamente a tutto ciò che
accade nel mio paese, l'Italia e l'Europa.
Lei è anche un siciliano di Porto Empedocle,
di Agrigento e della valle dei templi greci. Ha vissuto nella sua vita
quotidiana una parte importante della Magna Grecia. Qual è l'idea che ha
su quanto accaduto in Grecia?
Ritengo che quello che è
successo in Grecia sia il termometro degli errori europei. Inizialmente
hanno cercato di creare un’unione attraverso le nostre comuni radici
ebraiche e cristiane. Questo non può funzionare. Quello che abbiamo in
comune è la nostra cultura. Una cultura che nasce in Grecia, su cui
abbiamo speculato e che ancora sfruttiamo. Il modo in cui l’Europa ha
trattato la Grecia è come se avesse maltrattato le sue stesse radici. È
come se non avessimo tratto insegnamento da queste migliaia di anni.
L’Europa ha dimostrato di non capire nulla di ciò che è nella realtà
l'Europa. L'Europa è il Partenone. L’Europa sono i templi di Agrigento.
L'Europa è la cultura e la civiltà. La culla della cultura e della
civiltà in questo mondo.
In questo senso l'Europa ancora oggi può essere
un motore trainante per correre nelle gare e non una macchina stanca
che trascina solo un fardello, come è stato fatto fino ad oggi. Con le
elezioni europee dobbiamo coltivare la speranza del cambiamento.
L'Europa della contabilità uccide ogni iniziativa e qualsiasi cosa che
trova nel suo cammino. L'Europa è stata il regno della fantasia e della
creatività. Il regno dell'arte. Se ci fosse anche un po' di questo estro
anche all’interno della politica europea le cose sarebbero diverse. Non
possiamo fondarci solo sui principi economici. Dobbiamo costruire
ideali e valori, dobbiamo riconoscere la nostra cultura. Oggi alcuni
pensano che queste siano cose inutili. Al contrario sono un elemento
chiave per qualsiasi idea di Europa. Dobbiamo aprire la strada ad
un'Europa più vicina a noi. Un'Europa che è sempre più consapevole dei
problemi che l’hanno circondata.
Io mi auguro di essere ancora vivo il
giorno in cui dovranno scusarsi con la Grecia per il modo in cui si sono
comportati. Perché è come se avessero maltrattato la loro stessa madre e
l’avessero buttata per strada. La Grecia è la culla della civiltà, alla
quale io appartengo. Ci sono le basi dell'Europa. Tutto il resto è
superfluo.
A volte l'Europa ha avuto tendenze autodistruttive ...
Stiamo
cercando di evitarle. L'Europa di oggi è uscita da una guerra che
abbiamo vinto pagando un prezzo pesante per ottenere la libertà, per
vivere in società democratiche e con sistemi di protezione sociale. Non
dobbiamo permettere il ritorno ad un periodo di insicurezza e di
annullamento dei nostri diritti. A maggio dobbiamo scegliere il futuro,
la ricostruzione dell'Europa sulla base della giustizia, la solidarietà e
i fondamenti democratici. Per questo motivo dobbiamo fare tutti noi uno
sforzo congiunto con Alexis Tsipras.
Perché sostiene la creazione di una lista transnazionale in Italia con capolista un greco?
Mi
sembra qualcosa di meraviglioso. E’ un modo per celebrare di nuovo
l’Europa unita. Dobbiamo uscire dagli stretti confini nazionali e dai
loro limiti. Se in Italia e in Grecia ci sono persone che hanno ideali
comuni è completamente inutile continuare a parlare di Grecia e Italia.
Parliamo di Europa e di questi ideali comuni, che rappresentano una vera
e propria forza di cambiamento. Dopo tutti questi anni in questo mondo
non abbiamo ancora capito che non siamo divisi da confini e lingue, ma
che ci unisce una civiltà comune?
In Grecia il suo
lavoro è molto noto e ha molti ammiratori. Molti si chiederanno cosa
farebbe in questo caso il commissario Montalbano…
Ma
Montalbano è stato accusato di comunismo perché è onesto e giusto! E’ un
poliziotto che si distingue dagli altri per la qualità del suo
carattere. Anche quando è stato costretto a mandare la polizia contro i
lavoratori ha chiesto che andassero i carabinieri e non la polizia.
Montalbano non colpisce la società. Esce fuori dalla stretta concezione
che possiamo avere di un commissario di polizia, ed è sopra tutto un
cittadino. Per questo sono sicuro che oggi sarebbe al nostro fianco.
Questa intervista esce oggi, domenica 12 gennaio, sul quotidiano greco “Avgi”, molto vicino al partito della sinistra radicale “Syriza”, e fa seguito a una lettera che Andrea Camilleri ha inviato (insieme a Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale) al leader del partito Tsipras per chiedere che sia il candidato alla Presidenza europea di una lista italiana promossa dalla società civile. L’interesse di Tsipras per la proposta è dimostrato da analoghe interviste sollecitate e pubblicate nei giorni scorsi da “Avgi” a Revelli, Spinelli e Flores d’Arcais.