Codice di condotta del Governo Italiano per la ricerca e i salvataggi in mare dei migranti

di Coordinamento dei comitati dell’ Emilia Romagna - 07/08/2017
Scelta antiumanitaria, contraria alle leggi sul diritto d’asilo, svolta negativa sulle politiche di accoglienza

Nel 2017 sono giunti sulle coste del nostro paese (grazie anche al ruolo positivo svolto dall’Italia e dalle ONG nel soccorso e salvataggio in mare ) 83 mila migranti , il 18% in più del 2016,

Numero importante ma che non legittima in alcun modo la svolta negativa che il governo italiano, con l’adozione del Codice di Condotta (per brevità "Codice ") avvia in relazione alle politiche di soccorso e di accoglienza.

Il Codice può esser definito essenzialmente come uno strumento per rendere più difficili da parte delle ONG la ricerca e il salvataggio dei migranti nel mediterraneo.

Già la dichiarazione sottoscritta dai ministri dell’interno di Italia Francia e Germania (il nucleo duro della UE) il 2 luglio scorso a Parigi sosteneva apertamente l’idea di limitare la libertà di movimento delle navi delle ONG col divieto , per le stesse navi, di fare ingresso nelle acque libiche e di trasbordare su altre navi i migranti da loro soccorsi (per poter soccorrere altre persone).

A questi divieti il Codice ha aggiunto gli obblighi per le navi delle ONG di permettere la salita a bordo di agenti della polizia giudiziaria , anche armati, e di comunicare con i coordinamenti marittimi dell’Italia ogni dettaglio delle operazioni in mare. Mentre quest’ultimo obbligo è da sempre rispettato spontaneamente da tutti, la presenza di agenti armati a bordo è una disposizione contraria allo statuto ideale e operativo di MSF. Inoltre la presenza, perfino la sola notizia, di un'eventuale presenza di armi su navi della cooperazione accresce enormente l'insicurezza e il rischio di attacchi terroristici!

Il Codice viene adottato nel momento in cui carestie guerre e disastri ambientali continuano a produrre crescenti migrazioni di massa, l’aumento di morti nel mediterraneo e ad alimentare stupri, brutalità e violenze di ogni genere contro le donne i bambini e gli uomini che emigrano. Ne ha parlato il Washington Post pochi giorni fa, illustrando la situazione delle carceri del governo libico di Sarraj in cui vengono rinchiusi i migranti : “ le porte della prigione erano sbarrate, chiusi dentro, centinaia di migranti con almeno 20 persone stipate in una cella. Scheletrici e a piedi nudi gli uomini guardavano attraverso la piccola apertura quadrata della porta di metallo, mentre la puzza di urina e l’odore dei corpi restavano appesi nell’aria viziata, Incapaci di pagare le cifre esorbitanti dei trafficanti o raggirati dai trafficanti, i disperati della terra sono ridotti in schiavitù, torturati o costretti alla prostituzione” . Anche di questo si parla quando si parla dei salvataggi in mare.

Le origini del Codice vanno perciò ricercate sia nel diffondersi in Europa di sentimenti e pulsioni anti-immigrati (e nell'uso di tali pulsioni a scopi elettorali interni da parte di Governi e partiti) che nel progressivo degradare – causa la distribuzione iniqua della ricchezza socialmente prodotta – della vita di decine di milioni di europei . Nuovi investimenti nelle politiche di soccorso in mare, di accoglienza e di asilo chiediamo pertanto siano realizzati assieme ad investimenti pubblici a favore di sanità, scuola, pensioni, casa, cura del territorio. Gli uni e gli altri finanziati con una patrimoniale e una progressività fiscale adeguata. Le ragioni per le quali Medici Senza Frontiere non ha sottoscritto il Codice sono anche le nostre: priorità è soccorrere in mare i migranti e garantire loro asilo e accoglienza, operare affinché le persone che migrano possano sfuggire ai trafficanti privati e di Stato. Vista la situazione politica e militare della Libia esiste il rischio altissimo (se non la certezza, di cui ha parlato anche il Washington Post) di finanziare col denaro italiano governi corrottissimi e aguzzini di ogni risma che torturano e rendono schiavi i migranti. Col solo risultato di impedire – o rendere ancor più difficili - gli sbarchi sulle coste italiane, rendendo senza via d’uscita la condizione drammatica di quelle popolazioni. Il nostro essere umani ci impone invece di agire umanamente e di adottare politiche coerenti a questo fine.

Ultima viene l’attuale UE: incapace di uscire dagli egoismi nazionali mostra il suo stato comatoso dichiarando (Francia , Spagna ecc.) che non saranno disponibili porti di altri paesi per lo sbarco dei migranti soccorsi da navi italiane o delle ONG e che nessuna solidarietà verrà garantita per la distribuzione dei migranti stessi in altri paesi oltre l’Italia. Stato di cose che rappresenta bene a cosa anche conduca il primato del mercato e del privato.

Chiediamo , come ha già chiesto anche Libertà e Giustizia, che siano convocate al più presto Camera e Senato per deliberare in merito alla scelte del Codice (che non è una legge ma viene usata come se lo fosse!) e decidere quale debba essere la politica italiana verso l’immigrazione e i rapporti col governo libico.


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