Gravissima é la responsabilità del Pd per quel che sta succedendo. La
tagliola al dibattito sulla riforma costituzionale é la goccia che ha
fatto traboccare il vaso. Gli elettori del Partito democratico non hanno
mai dato alcun mandato a nessuno per demolire l'equilibrio dei poteri
come delineato nella Costituzione repubblicana, al contrario nella
stragrande maggioranza rispettano ed amano la Costituzione. In questo
momento é necessario che si organizzino delle proteste e delle forme di
pressione sul Partito democratico, specialmente in sede locale. Propongo
uno schema di lettera ai segretari regionali e provinciali del Pd da
inviarsi dai cittadini elettori per contestare le scelte del gruppo
dirigente che si é impadronito del partito.
Al segretario Provinciale/Regionale del Pd
Noi
sottoscritti, elettori dell'area politica di sinistra e
centro-sinistra, intendiamo esprimerle pubblicamente la nostra più
profonda riprovazione per la svolta politica che il Pd ha assunto dopo
l'avvento della Segreteria Renzi che, prima ancora di assumere le
funzioni di Presidente del consiglio dei ministri, ha stipulato un
oscuro patto di potere con Berlusconi (il c.d. Patto del Nazareno)
avente ad oggetto lo stravolgimento dell'architettura dei poteri come
disegnata dalla Costituzione repubblicana. I due principali oggetti di
questo patto, la riforma elettorale e la riforma costituzionale,
interagendo fra di loro, comportano uno stravolgimento dei connotati
della democrazia costituzionale, demoliscono l'equilibrio dei poteri e
determinano l'istituzione di un diverso ordine politico, che riporta
indietro l'orologio della storia cancellando il lascito della
Resistenza.
Il problema non è se il bicameralismo perfetto debba
essere superato, se debba essere conservata una seconda Camera e quali
debbano essere le sue funzioni. Il modello istituzionale messo in campo
dalle due riforme che il governo Renzi vuole imporre alle Camere
sostituisce alla centralità del Parlamento (che viene dimezzato
attraverso la sostanziale eliminazione di una Camera) la supremazia del
Governo sul Parlamento; consente al Capo del Governo di eleggersi una
sua maggioranza parlamentare; di eliminare le opposizioni, più di quanto
fece la legge Acerbo, voluta da Mussolini per sottomettere il
Parlamento ai suoi voleri; di nominare il Capo dello Stato; di
controllare la Corte costituzionale, svuotandone le funzioni di
garanzia. In questo modo si realizza una diversa forma di governo, una
sorta di "Premierato assoluto", ovvero di "Governo del Primo ministro",
che i costituenti avevano rinnegato per scongiurare ogni pericolo di
dittatura della maggioranza.
Adesso la decisione di attuare la
ghigliottina al dibattito parlamentare sulla riforma della Costituzione
è la goccia che fa traboccare il vaso.
La Costituzione non è usa e
getta, la sua revisione non può essere imposta dal governo sotto la
sferza di un diktat. Quando è in gioco l'edificio della democrazia non
sono ammissibili forzature, nè ordini di partito ai parlamentari che,
per quanto nominati, sono rappresentanti del popolo, non delegati del
Capo politico.
Grande è la responsabilità del Partito
democratico, che è divenuto il motore dello stesso progetto di
devastazione della Costituzione repubblicana che Berlusconi sta cercando
di realizzare da un ventennio. In questo modo il Partito democratico
tradisce la cultura dei principali partiti di cui é erede, il Partito
comunista e la Democrazia Cristiana, e tradisce i suoi elettori che
hanno investito il Pd della responsabilità di governo, confidando in una
risposta ai problemi che affliggono la società italiana, devastata
dalla crescente disoccupazione e dalla mancanza di una prospettiva di
futuro per i suoi figli: una risposta che non può consistere
nell'affidarsi ad un nuovo uomo della Provvidenza.
Per questi
motivi le comunichiamo la nostra sfiducia attiva nel partito democratico
ed invitiamo tutti i potenziali elettori del Partito democratico a
disertare il voto per punire l'arroganza del gruppo dirigente che si è
impadronito del partito stesso.
La reazione a catena del caso Assange
Barbara Spinelli - Il fatto Quotidiano
La via della seta: una trappola o un’opportunità?
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