Con la
solerzia delle migliori occasioni, oggi la polizia
municipale di Roma Capitale, inviata dal Dirigente del
Dipartimento Patrimonio, a sua volta pressato dalla Corte
dei Conti, ha posto i sigilli ad un'esperienza decennale,
inclusiva e plurale che ha dato vita e costruito socialità,
politica e cultura dentro l'ennesimo edificio pubblico
abbandonato da sempre al suo destino.
Chiuso
l'ex Rialto occupato, sfrattato il Forum italiano dei
movimenti per l'acqua, sfrattati Attac Italia e Attac Roma
e decine di altre esperienze.
Dove
non sono riusciti ad arrivare Alemanno, il Pd e il
prefetto Tronca, il risultato l'ha portato a casa la
Casaleggio Associati: si sfratta chi ha vinto un
referendum sull'acqua dopo aver predicato
(razzolando molto male) l'acqua pubblica in tutti i blog e
comizi.
Uno
sgombero che è una cartina di tornasole di cos'è
oggi la democrazia: il Consiglio Comunale di
Roma solo alcuni giorni fa aveva approvato una mozione per
bloccare gli sgomberi degli spazi sociali e culturali, e,
mentre si mettono i sigilli, gli assessori grillini si
sbracciano per dire "io non c'ero e se c'ero dormivo".
Naturalmente,
tutto si è svolto nella
legalità.
Quella
di chi abbandona edifici per decenni e si
scaglia con chi quegli edifici li ha resi parte viva della
città.
Quella
di chi considera opera pubblica di prioritario
interesse generale 900.000 mc. di cemento truccati da
stadio, per risolvere i debiti del costruttore Parnasi con
Unicredit.
Quella di chi predica
la democrazia diretta e sgombera tutte le esperienze nate
dal basso.
Spegnete
le stelle, cari grillini e restituitele al cielo. In
mano vostra illuminano solo il cinismo che vi
accompagna.