Al Fano interpreta il ruolo del contestatore, ma senza contestare nulla; si propone come innovatore senza rinnovare nulla, anzi ribadendo fedeltà, gratitudine, affetto, riconoscenza al capo di ieri, di oggi e di domani; si è messo a capo di un manipolo sceltissimo di fedelissimi di Berlusconi, per cui lo stesso leader della destra, pur mostrando una fittizia delusione, anticipa future alleanze identificando il gruppo di Al Fano, come un gruppo intrinseco alla progettualità di FI.
I delusi del PdL, quelli che hanno capito le esigenze personalistiche di Berlusconi, dovrebbero trovare in questo Nuovo centrodestra il nuovo approdo in una destra deberlusconizzata, mentre deberlusconizzata non è, dipendendo in tutto e per tutto (ivi compresi i finanziamenti sottobanco) dall'antico, ma sempre presente padre/padrone.
Essere senza essere, avere senza possedere, decidere senza contrastare, progettare ubbidendo agli ordini, sostenere il governo per poterlo meglio ricattare, giocare ad essere maggioranza con lo sguardo fisso all'opposizione, questa la sintesi del Nuovo centrodestra, che nuovo non è, in quanto si tratta di una fotocopia della vecchia Democrazia Cristiana e le sue correnti, attraverso le quali occupava tutti gli spazi politici dalla maggioranza all'opposizione, alla mediazione e, quando serviva, al ricatto.
Niente di nuovo sotto il sole, anche se viene usato il linguaggio della politica, che politica non è mancando la tutela degli interessi superiori della nazione.