L'accoppiata è sintomatica dello stato confusionale dell'attuale regime politico, perché di regime si tratta e non di espressione della democratica volontà popolare, infatti il primo è stato espulso dal Senato, interdetto dai pubblici uffici, in attesa della decisione della magistratura circa la sua futura sorte, se arresti domiciliari o lavori socialmente utili; già condannato in primo grado in altro processo penale a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, in attesa del secondo grado, quindi del pronunciamento della Corte di Cassazione, ma in realtà in attesa della tanto sospirata e salvifica prescrizione; dichiarato contumace in altro processo per la compra-vendita dei senatori per far cadere il governo Prodi, anche qui in attesa della prescrizione che gli restituisca la verginità definitivamente perduta.
Il secondo, presidente del consiglio senza alcuna consultazione elettorale, nominato dal Presidente della Repubblica sull'onda di un entusiasmo parolaio, privo di ogni remota ipotesi di programmazione, ma con promesse di manovre atte a migliorare la condizione economica delle classi più deboli, ma in realtà si tratta di manovre pre-elettorali, in vista delle consultazioni europee, che dovrebbero fornire il governo dei non eletti, di una legittimità democratica che, in atto, non ha.
Il punto da chiarire sarebbe quello di identificare i reciproci interessi dei due soci in governo; a chi conviene e chi ci perde.
Lo spregiudicato vuole vincere alle europee, sperando nella forza di traino di una tale vittoria, da proiettare nelle elezioni nazionali, che in tal caso verrebbero anticipate.
Il pregiudicato delle elezioni europee se ne frega, gli interessano solo per togliersi dai piedi personaggi che non seguono pedissequamente i suoi orizzonti, tipo la Santanchè, Capezzone, Verdini, Bondi, Brunetta, Gasparri etc.etc., che in caso di elezioni anticipate farebbero solo perdere voti a FI, perché gli elettori, specialmente quelli di destra, pur di non votarli, sancirebbero anche la sconfitta di FI.
L'Italia non sta nemmeno in mezzo a loro, perché lontanissima dai loro interessi, soddisfatti di avere tacitato le fasce più deboli con 80 euro al mese, che vengono però recuperati dall'aumento dal 20 al 26 % delle rendite finanziarie. Come dire che un giovane impiegato agguanta 80 euro al mese, ma sono quelli che paga il padre sui suoi modesti risparmi, dopo una vita di sacrifici, messi da parte per garantirsi un supplemento di pensione.
Una partita di giro verso il basso, tanto per non scontentare il pregiudicato che non vuole una patrimoniale riservata alle fasce opulente, quale risarcimento allo Stato per le evasioni fiscali, le tangenti, le corruttele e gli stipendi e pensioni d'oro.
Si verifica, così, quanto sta accadendo nelle nazioni a regime comunista per la maggioranza del paese, ma capitalista per i pochissimi personaggi, realizzandosi un divario incolmabile tra ricchissimi e poveri e/o poverissimi, si veda il caso della Cina.
Anche in Italia sta accedendo la medesima contraddizione, infatti il 50% della ricchezza nazionale è in mano al 10% della popolazione, e non saranno mai le elemosine pre-elettorali a modificare strutturalmente una condizione di sperequazione dove il GAP che divide la popolazione è finanziario ed economico, ma sostenuto politicamente, quindi, si tratta di un GAP che diventerà sempre più incolmabile se non dovesse essere affrontato dalla politica e non con pannicelli caldi, bensì con riforme strutturali, quelle riforme che il pregiudicato non vuole e che lo spregiudicato non accenna nemmeno.
La prossima tappa ci chiarirà i rapporti tra i due soci, compari e compagni di merenda; si dovrà affrontare la riforma della giustizia, con un presidente del consiglio ostaggio del pregiudicato e assediato dall'interno dai vertici politici del Ministero di Grazia e Giustizia. Si tratterà di una riforma ad personam per sanare i conti che il pregiudicato ha con la Giustizia per i suoi reati passati, presenti e, per prudenza, anche futuri.
In merito i tempi urgono, infatti si stanno incrociando le dichiarazioni del pentito Spatuzza, respinte dagli avvocati della difesa con una risibile motivazione: perché rese dopo i 180 giorni previsti per accogliere le dichiarazioni dei pentiti, come se il ritardo inquinasse tali dichiarazioni.
E' anche intervenuto l'arresto dell'ex dama bianca di Berlusconi, pizzicata con 24 kg. di droga, diretta in Campania, ovviamente alle cosche della camorra; detta corriera della droga è stata componente di delegazioni ufficiali, guidate dal presidente del consiglio Berlusconi, e come tali coperte da immunità diplomatica, sia le persone che i loro bagagli. Poiché non è credibile che tale trasporto sia avvenuto per la prima volta (non si affidano 6 milioni di euro ad una principiante, ma solo ad una persona che ha già dimostrato di sapersi muovere, al punto di intrufolarsi financo in una delegazione ufficiale, con tanto di immunità diplomatica), viene da chiedersi quali furono le reali motivazioni di una tale partecipazione, che oggi appare anche compromettente per chi l'ha autorizzata.