“25 anni buttati”, un quarto di secolo passato a “costruire falsi pentiti con lusinghe e con torture”. Lo denuncia pubblicamente Fiammetta Borsellino, figlia minore di Paolo Borsellino dopo l’audizione davanti alla commissione antimafia a cui ha consegnato carte processuali che dimostrano come le inchieste sulla strage presero il corso sbagliato, carte come la lettera di Ilda Boccassini che invitava i colleghi a stare attenti a Vincenzo Scarantino, già allora ritenuto da lei poco credibile.
Fiammetta Borsellino chiede scusa “agli innocenti condannati ingiustamente” sulla base delle dichiarazioni del falso pentito Scarantino e da altri collaboratori fasulli. “In questi anni non si è vigilato sulle indagini – rincara -. Non voglio parlare di responsabilità specifiche, ma è giusto che io faccia i nomi dei magistrati che indagarono: Anna Palma, Nino Di Matteo”.
Secondo lei “quell’eccidio meritava che a fare l’inchiesta fossero persone con esperienza”. Poco dopo interviene lo stesso Di Matteo: “Io so e tanti sanno fuori e dentro la mafia e fuori e dentro le istituzioni chi in questi anni ha continuato a cercare la verità sulla strage e si è esposto e ha esposto la propria famiglia a rischi gravissimi sacrificando la propria libertà”.