E' quella che serve ad attirare l'attenzione, e spostare l'interesse dei media verso se stessa, driblando un'altra notizia che l'interessato vuole far passare sotto silenzio.
Nel bel mezzo di una notizia di reato gravissimo, dove emerge l'inquietante figura di una bella donna, coinvolta, accusata e arrestata per traffico internazionale di droga, che voleva passare la dogana con 24 kh. di cocaina purissima del valore di oltre sei milioni di euro, ecco spuntare la notizia-bomba :Mi candido in tutti e cinque le circoscrizioni per le europee. Nell'immaginario collettivo il coinvolgimento dell'ex presidente del consiglio con questa dama bianca (così identificata per la sua tenera amicizia con il medesimo) passa nel secondo livello di importanza dell'informazione.
Scopo raggiunto !
Fin qui la notizia da offuscare, perché la trafficante di droga è un personaggio ben noto per essere stata la dama bianca nientepocodimenochè dell'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
Potrebbe apparire un fatto privo di significato se il medesimo Berlusconi, oggi pregiudicato con sentenza passata in giudicato, non avesse portato con sé tale dama bianca in vari viaggi ufficiali, coperti da dignità diplomatica e, quindi, al di sopra di ogni sospetto; non è un caso però che tali viaggi erano sempre diretti in paesi dell'America Latina, dove la produzione di cocaina, lo smercio e la distribuzione è un fatto endemico e la commercializzazione molto florida.
In quei paesi è più facile trovare un pane di cocaina che un filone di pane.
Non un viaggio nei paesi del terzo mondo, ma solo in America Latina, con l'aggravante di un'altra compagnia inquietante, quella di Lavitola attualmente nelle patrie galere per una miriade di motivi, con il delicato incarico di organizzare le serate al bunga bunga.
In mezzo ai due il pregiudicato Silvio Berlusconi, vittima inconsapevole o architetto in incognito ?
Il silenzio su questo fatto, che lo coinvolge e anche pesantemente, risulta essere un'aggravante.
Una persona innocente avrebbe molta premura a prendere le distanze per sollevare la cortina fumogena che lo ha avvinghiato, mentre la sua stampa, le sue TV e tutti i media esaltano la nuova notizia, quella civetta, che lo vorrebbe candidato alle europee malgrado dichiarato ineleggibile, privato dei diritti politici, per cui non potrebbe neanche votare per se stesso, senza passaporto, con una miriade di altri processi penali che lo attendono al varco, con il povero Toti costretto alla piaggeria più servile che dichiara essere un vulnus alla democrazia non permettere al suo padrone di candidarsi, mentre il vulnus alla democrazia sta nel non averlo sbattuto in galera, non appena pronunciata la sentenza della Cassazione, mortificando la Costituzione che vuole tutti i cittadini uguali davanti alla Legge. Al pregiudicato non importa nulla dell'Europa e della candidatura, se ne serve per oscurare il suo coinvolgimento in un reato, ch, se provato, lo condurrebbe nelle patrie galere; cosa che B. ha sempre temuto, ben conoscendo lo spessore dei suoi reati, specialmente quelli ancora da scoprire, tant'è che in una intervista ad un settimanale francese, minacciò la guerra civile in caso di suo arresto.
Anche i suoi fedelissimi tacciono, ma forse si tratta di complici più che di fedelissimi, per cui , in questo caso, il silenzio si chiama omertà.