La decisione di rinviare l’esame della legge elettorale è una follia, che spreca due preziosi mesi per consentire agli italiani di votare con una legge elettorale degna di questo nome. I capigruppo della Camera dei deputati hanno deciso di rinviare la discussione sulla legge elettorale a settembre. Questa decisione ha dell’incredibile, è uno sberleffo al presidente della Repubblica e un incredibile autogol che spinge ai minimi termini la credibilità del Parlamento. Il presidente della Repubblica aveva chiesto al Parlamento di approvare una nuova legge elettorale coerente per Camera e Senato. Senato che la vittoria del No ha impedito diventasse un inutile orpello alle dipendenze del governo e della maggioranza. Ora con questa decisione incredibile si perdono almeno due mesi di tempo, ignorando il richiamo di Mattarella.
È uno dei punti più bassi mai raggiunti nella credibilità del Parlamento, già ai minimi termini dopo il pronunciamento della Corte costituzionale che aveva sottolineato che il Parlamento è stato eletto con una legge dichiarata non costituzionale.
Peccato. Un’occasione sprecata che rafforza la convinzione che occorre evitare a tutti i costi che venga eletto un nuovo Parlamento di nominati.
Coloro che hanno deciso questa scelta sono degli irresponsabili che per interessi di bottega mettono a rischio il funzionamento stesso della nostra democrazia.
È non solo necessario lanciare un forte allarme, ma occorre adottare comportamenti in grado di contrastare questa deriva.
Il coordinamento per la democrazia costituzionale, erede del Comitato per il No e di quello contro l’Italicum, ha deciso di organizzare per il 28 settembre una forte iniziativa a Roma, del tipo di quella che lanciò la campagna referendaria nell’aula dei gruppi alla Camera per chiedere con tutta la forza possibile l’approvazione di una nuova legge elettorale coerente per Camera e Senato. Legge che per il Cdc dovrebbe avere due pilastri: una forte iniezione di proporzionale e il diritto degli elettori di eleggere direttamente tutti i loro rappresentanti. Basta con un maggioritario che non ha garantito governabilità e con i parlamentari eletti perché fedeli ai capi partito.
Il 28 settembre, dalla manifestazione di Roma, partirà una campagna di massa per ottenere una nuova legge elettorale, cercando di far capire agli elettori che da come verrà eletto il Parlamento dipenderà la qualità delle risposte ai problemi dei cittadini, quindi la legge elettorale non deve essere affare di pochi perché il risultato riguarda tutti i cittadini.