L'AEEG doveva deliberare sulle modalità di restituzione ai cittadini della “remunerazione del capitale investo” illegittimamente percepito dai gestori nel periodo compreso tra luglio 2011 e la fine di quell'anno. L'AEEG ha costruito un metodo che garantirà ai gestori un esborso minimo assai minore di quanto dovuto visto che saranno detratti gli oneri finanziari, quelli fiscali e gli accantonamenti per la svalutazione crediti.
Questa metodologia smentisce in primis quanto la Corte costituzionale aveva chiaramente specificato nella sentenza di ammissibilità del quesito, ovvero che qualora il referendum avesse avuto successo “la normativa residua, immediatamente applicabile […], non presenta elementi di contraddittorietà”. Inoltre l'Authority, paradossalmente, non fa altro che confermare ciò che il Consiglio di Stato aveva messo nero su bianco in un parere pubblicato a fine gennaio scorso, ossia che l'applicazione degli esiti referendari “non sia stata coerente - […] - con il quadro normativo risultante dalla consultazione referendaria". Con tale delibera l'affermazione del Consiglio di Stato, rivolta al passato, torna ad essere di drammatica attualità. Inoltre viene completamente contraddetto quanto il Consiglio di Stato aveva stabilito ossia che l'abrogazione del 7% aveva effetto immediato a partire dal 21 luglio 2011.
Ma l'AEEG riesce a compiere un ulteriore capolavoro: sconfessare il TAR Toscana che nella sentenza di accoglimento del ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua aveva sancito che “il criterio della remunerazione del capitale (...) essendo strettamente connesso all’oggetto del quesito referendario, viene inevitabilmente TRAVOLTO dalla volontà popolare abrogatrice...”.
Di
fronte all'ennesima dimostrazione della palese
intenzione di non voler rispettare la volontà
popolare e mettere in discussione gli esiti del
referendum come Forum Italiano dei Movimenti per
l'Acqua ribadiamo la nostra richiesta di
dimissioni dei vertici dell'Authority.