Ad avere
un governicchio che al Senato si regge sullo sputo di qualche voto, un
monocolore Pd più pochi spiccioli diversamente berlusconiani, sulla cui
qualità stendere un pietoso velo (Fabrizio “P2” Cicchitto, l’indagato
per mafia Schifani, la setta Cl con Formigoni in testa …), monocolore al
quale il prossimo segretario del Pd riserva ogni giorno il suo
disgusto, mentre ingiustizia e diseguaglianza vanno al diapason,
l’efficienza sotto i tombini, corruzione e familismo amorale banchettano
più suntuosamente di Trimalcione.
Pur di arrivare a questo
esaltante risultato Napolitano ha ignorato il verdetto elettorale, che
chiedeva a squarciagola la fine del berlusconismo mettendo per
sovrammercato all’ordine del giorno la rottamazione della Costituzione
repubblicana nata dalla Resistenza. Pur di precipitare l’Italia in
questa morta gora Napolitano ha spacciato la leggenda di un Berlusconi
partner del gioco democratico, quando anche i sassi sanno (e Fedele
Confalonieri dixit, già un ventennio fa) che la sua “discesa” in
politica era un modo per aggirare la galera e conservarsi l’indebito
bottino massmediatico monopolistico accumulato grazie alle mene contra
legem del suo sodale Craxi.
Berlusconi non poteva essere il
Chirac italiano, poiché è sempre stato il Le Pen di Arcore o l’aspirante
Putin della Brianza, un odiatore strutturale della democrazia liberale
con la sua “balance of power” e soprattutto l’autonomia del potere
giudiziario, tanto più nella versione italiana con la sua Costituzione
“giustizia e libertà”.
Il governicchio Lettalfano, di cui
Napolitano è l’onnipotente Lord protettore, non farà altro, perciò, che
ammassare altre macerie, materiali e morali, su quelle cui vent’anni di
Berlusconi e di dalemiano inciucio hanno ridotto l’Italia. Mentre
l’unica via per rinascere consiste in una monumentale redistribuzione
delle ricchezze, che per il rilancio dell’economia applichi la ricetta
del nuovo sindaco di New York, togliere ai ricchi per dare ai poveri,
coniugata con un’autentica rivoluzione della legalità, che restituisca
ai cittadini un barlume di speranza nella eguale dignità di ciascuno e
nella liberazione dai Mackie Messer grandi e piccoli che a legioni
spolpano e avviliscono il paese.
Continueranno invece ad
applicare la ricetta del sindaco di Londra, che predica “avidità e
diseguaglianza” esaltando Gordon Gekko.
A cosa è servita la catafratta pervicacia di Giorgio Napolitano nell’imporre all’Italia in macerie le larghe intese? A nulla.