Bloccare i partiti minori alzando tre barriere: questo lo scopo - neanche troppo nascosto - della nuova legge elettorale proposta dal PD.
Prima barriera: un numero alto di firme da raccogliere
per i nuovi partiti che si presentano per la prima volta.
Seconda barriera:la soglia d'ingresso al 5%, per tagliare
fuori molte formazioni giovani, tra cui i nemici giurati di
Bersani e company, ai quali far pagare la ribellione al
capo.
Terza barriera: niente "scorporo", ovvero la sottrazione
dei voti conquistati nei collegi uninominali, per
avvantaggiare i partiti minori nel proporzionale ed evitare
così che le grandi forze mangino due volte e le piccole
digiunino.
Uno dirà: pazienza, basta che almeno posso scegliere il mio
candidato nel proporzionale. E invece no. Perché pure lì, c'è
la pretesa del partito di dirti chi devi votare, con una bella
"lista bloccata", ottima per premiare la fedeltà dei mediocri.
Sì - penserà il cittadino - ma vedrai che in una discussione
ampia e approfondita, questi difetti saranno corretti. Niente
di tutto ciò, perché si punta a tempi contingentati. Come se
la legge più importante dello Stato - quella elettorale -
fosse un dente da togliersi "a strappo".
Insomma, il "Rosatellum" PD distacca ancora di più i
partiti dagli elettori, nel nome della "governabilità". In
effetti, se dovesse essere approvata questa legge elettorale,
forse avremmo dei governi duraturi, ma con un piccolo difetto:
una casta di clausura, che recide il vincolo di
rappresentanza, con la deriva di "onnipotentismo" che questo
distacco provoca. Che poi induce il governo - non più
controllato dagli elettori e dopato dal maggioritario - ad
attaccare gli altri poteri di controllo: bavaglio ai
giornalisti; ostacoli agli inquirenti nelle intercettazioni;
epurazione dei dissidenti interni con la loro esclusione dalle
liste bloccate; infiltrazioni nella Rai per continuare nella
tradizione dei TG filo-governativi, nonché il perverso scambio
della concentrazione del potere, con la concentrazione della
ricchezza.
Come cittadini, in questi giorni dobbiamo stare con gli
occhi bene aperti. E farci sentire.
Quando si interviene sulla legge elettorale, si interviene
a "cuore aperto" sulla Democrazia.
Perché si tocca la parte più profonda della Repubblica: la
nostra Sovranità.
Massimo Marnetto