Ora le minacce sono più concrete; non più la caduta del governo, bensì la guerra civile, il tutto per una pretesa difesa della democrazia che vorrebbe il leader della destra eversiva intoccabile malgrado documentati, provati e accertati reati.
Una minaccia che diventa risibile essendo pronunciata da Bondi, che di una eventuale guerra civile si farebbe partecipe e ispiratore.
Sarebbe stata più credibile si pronunciata da La Russa, l'ex ministro della difesa che tanto si è adoperato per selezionare i militari accettati nelle due armi scelte: i marò dei lagunari e i parà della Folgore; reparti che La Russa avrebbe voluto inserire nei progetti di difesa dell'ordine pubblico in caso di manifestazioni, a supporto delle forze dell'ordine.
Si chiariscono i paletti che identificano l'amore per la patria tanto predicata dall'ex cavaliere, oggi definitivamente disarcionato.
Saranno Brunetta e Schifani a recarsi dal Presidente della Repubblica Napolitcano per perorare un atto di clemenza come "la grazia" per Berlusconi, sostituendo la clemenza con l'arroganza e le minacce ?
Le guerre civili si fanno in due, altrimenti si tratterebbe di colpo di Stato; hanno valutato con quale controparte si scatenerebbe tale auspicata guerra civile ?
Non si tratta più di paventare un rischio, ma viene lanciato un avvertimento da un parlamentare che ha rivestito ruoli istituzionali, commettendo un reato da corte marziale.