Annunci, appunto, perché per il momento "ci sono solo dichiarazioni,
non ho visto alcun testo, nessun accordo scritto". Il giudizio della
Fiom sull’accordo appena siglato tra l’azienda e i sindacati non passa
il vaglio dell'analisi concreta. Parte dalla forma ma bada molto anche
alla sostanza. E la sostanza è di tutt’altro segno da quello annunciato
ai quattro venti dai vertici dell’azienda, da Fim, Fismic, Uilm e Ugl e
dalla pletora di amministratori e politici che hanno voluto vedere nel
miliardo di investimenti una non meglio precisata “svolta”. Altro che
svolta, quindi, "è un atto gravissimo".
A partire dalle ragioni vere
che l'hanno mosso. Secondo Landini, Fiat "doveva necessariamente dire
qualcosa su Mirafiori ieri in vista della scadenza della cassa
integrazione visto che di quello che Marchionne aveva promesso nella
trattativa di novembre non ha fatto nulla. L'unica cosa certa che hanno
scritto e' che chiederanno la proroga della cig". E "noi non possiamo
essere complici di questo", ha aggiunto.
Insomma, se non è una truffa, sicuramente siamo in presenza di un gioco di prestigio, alle spalle dei contribuenti italiani ovviamente. Come dargli torto? Il leader della Fiom elenca uno per uno tutti i punti deboli del quadro messo in campo da Marchionne. Alfa Romeo, "si fa in Italia o no?”, chiede. “Perche' il governo italiano non ne discute. Se ci sara' il rilancio del marchio Alfa, dovra' essere fatto in Itlalia. Letta convochi un tavolo vero di discussione a carte scoperte. Faremo partire oggi questa richiesta scritta al governo", sottolinea la Fiom. Ci fossero numeri si potrebbe ragionare più concretamente, ma la Fiat numeri non ne ha fatti. Ha parlato di un Suv, “ma con un Suv - aggiunge Landini – non si dà lavoro a 5.000 persone”. ''Marchionne tre anni fa diceva che per fare lavorare tutti a Mirafiori - sottolinea Landini - servivano 1.000 auto al giorno, 250-280.000 auto all'anno. Diceva che non poteva perdere mesi a discutere ma in tre anni non ha fatto nulla. Credo che sia impossibile produrre 280.000 suv e venderli". E poi sull'Alfa c'è un mistero da sciogliere: è vero o no, come sostiene la Fim di Torino, che il marchio fa parte della trattativa sul prezzo delle azioni che Fiat dovrà pagare al fondo pensionistico Veba per avere il controllo sociale di Fiat-Chrysler?
In un quadro come questo, il tanto sbandierato rientro in azienda dei
delegati della Fiom diventa una vera e propria “fossa dei leoni”.
Secondo Landini, sempre per rimanere alla sostanza, “la Fiat si vuole
sottrarre all'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale
cosi' come sta facendo Silvio Berlusconi con quella della Corte di
Cassazione”. L'intesa siglata dagli altri sindacati metalmeccanici e da
Cisl, Uil e Ugl riconosce sì l'agibilita' sindacale ma solo se si
sottoscrive il contratto specifico di lavoro del Gruppo Fiat. Questo
passaggio era già scritto in Fabbrica Italia. Ed è stato tranquillamente
ribadito in questo frangente, noncuranti delle sentenze della Corte
costituzionale. "Le organizzazioni sindacali - è questo il passaggio
nella nuova formulazione - si impegnano altresi' a sostenere la
validita' in tutte le sedi, finanche giudiziarie, ed a convenire con
l'azienda eventuali strumenti pattizi di miglioramento della loro
efficacia". Il cosiddetto rientro in aizenda dei delegati si preannuncia
come una cosa molto complicata. Il rischio è che ricalchi quanto già
accaduto in occasione dei rientri di operai reintegrati dalla sentenza
del giudice, come a Melfi, “con il reintegro degli operai, che sono a
libro paga della Fiat, ma non possono lavorare”, spiega Landini. La Fiat
dirà alla Fiom: " Tu nomina pure le Rsa, ma non ti chiamo al tavolo
delle trattative", prevede Landini .
Infine, una battuta sul
congresso Cgil, prossimo venturo. Una battuta che definisce in parte la
posizione della Fiom nell’ambito della dialettica interna alla
confederazione. "Non ce' solo una crisi della rappresentanza politica ma
anche di quella sindacale”, dice Landini. “Non abbiamo bisogno di una
discussione nelle segrete stanze ma di un confronto aperto in grado di
intercettare le nuove esigenze dei lavoratori, come i giovani" ha
aggiuntochiedendo che nel congresso vengano coinvolti anche i non
iscritti, soprattutto i giovani.