Il governo insiste a esercitare un ruolo preponderante nella campagna
elettorale referendaria. Non a caso ha fortemente voluto queste
modifiche della Costituzione e la nuova legge elettorale (Italicum) che
sono due aspetti tra loro inscindibili. E non a caso l’approvazione in
Parlamento di questi provvedimenti è stata ottenuta ricorrendo a vistose
forzature regolamentari, voti di fiducia, ecc.
È la prima volta che il governo entra nelle modifiche costituzionali con
tanta arroganza, iniziando di fatto a capovolgere quanto prevede la
Costituzione che definisce con chiarezza l’Italia una repubblica
parlamentare, quindi fondata sulla sovranità popolare e sul Parlamento
che la rappresenta. Con questa pesante intromissione nelle modifiche
della Costituzione inizia fin da ora ad essere il governo il vero asse
portante dell’assetto istituzionale e in particolare lo è il capo del
governo, in pratica un uomo solo al comando. Quanto sta avvenendo è
l’anticipazione di cosa ci aspetta per l’effetto combinato della
deformazione della Costituzione e della legge elettorale
iper-maggioritaria (Italicum). Il governo insiste su questa strada
entrando a gamba tesa nella campagna referendaria già iniziata (...).
Ora il governo lancia la raccolta delle firme sul referendum
costituzionale. Lo fa perché ha capito che la raccolta che abbiamo
iniziato, contro le modifiche costituzionali e per riportare l’Italicum,
che assomiglia fin troppo al precedente Porcellum, nell’alveo della
Costituzione, sono un punto forte di mobilitazione, di
sensibilizzazione, al di là dell’obiettivo centrale di raccogliere le
firme. Evidentemente Renzi e Boschi si stanno preoccupando e tentano una
rincorsa promuovendo una loro raccolta di firme, cercando di rubare la
scena a chi è contrario e approfittando del massiccio sostegno mediatico
di cui godono. Comunque se il governo ci imita e favorisce la
partecipazione a noi fa piacere perché lo sfregio più grave che si possa
fare è tentare di cambiare la Carta sottobanco.
Da questa mobilitazione ispirata direttamente dal governo dobbiamo
trarne anche noi, promotori dei referendum, delle precise conseguenze.
Se qualcuno si illudeva che il governo avrebbe abbozzato, preparandosi
ad accettare il giudizio degli elettori, ora dovrebbe avere capito che
non sarà così. Del resto cosa potevamo aspettarci da un governo che ha
caricato sull’esito del voto il ricatto delle sue dimissioni o, peggio
ancora, del caos, con frasi degne di Luigi XIV? Stai sereno, si potrebbe
rispondere al presidente del Consiglio: è solo democrazia.
Se il governo entra in campo pesantemente noi dobbiamo moltiplicare il
nostro impegno, mobilitare tutte le energie disponibili per raccogliere
le firme necessarie per i referendum, non solo per quello
costituzionale, ma anche per i due sull’Italicum, per abolire il premio
di maggioranza e restituire agli elettori il diritto di scegliere i loro
eletti. Facciamo preoccupare il governo, raccogliamo le firme ora per
avere una migliore campagna elettorale in ottobre, con l’obiettivo di
vincere il referendum costituzionale votando un forte e secco No. Avanti
tutta per raccogliere le firme, per fare iniziative, per spiegare e
mobilitare le energie migliori del nostro paese e se questo darà un
dispiacere a Renzi pazienza (...). Avanti tutta. Raccogliamo le firme e
intensifichiamo la mobilitazio ne delle intelligenze. Battere questo
tentativo di deformazione della Costituzione dipende anche da noi.
Comitati per il No
«L’appello: raccogliete le firme. Il governo interviene nella campagna: prepotente e impaurito»