Per Salvini, l'integrazione di Riace deve morire, sparire,
anzi non deve esserci mai stata.
Perché quei migranti sono la negazione della teoria
dell'invasione. Che invece là è condivisione; del danno, che è
diventato vantaggio reciproco; del vizio dell'ozio di
"quelli", che invece è stato lavoro per tutti; della presenza
criminale, che non c'è stata, ma anzi l'integrazione laboriosa
ha tenuto lontano proprio nella terra che più ne soffre.
Questa è la vera colpa di Riace: smontare Salvini e le sue
superstizioni xenofobe, su cui ha costruito il suo enorme
capitale elettorale.
Il Sindaco Lucano ha anche il torto di non arrendersi,
nonostante i duri colpi ricevuti. Prima, vedendosi tagliare i
fondi. Poi con gli arresti domiciliari. Tanta resistenza per
Salvini è ormai un affronto. Così pensa che l'unico modo per
far morire il borgo ribelle sia togliere ciò che lo aveva
fatto rivivere: i suoi migranti. Il decreto dice che in trenta
giorni dovranno abbandonarlo. Noi invece diciamo che quelle
persone devono rimanere, resistendo anche con la disobbedienza
civile. Non saranno sole. Li appoggeremo in tutti i modi,
perché la distruzione di una buona pratica di convivenza è un
crimine contro la speranza.
Massimo Marnetto