Secondo il programma, dovrei parlare della necessità di verità della rappresentanza che solo un sistema elettorale proporzionale può dare. Ma dopo gli interventi che mi hanno preceduto, parlare ora di proporzionalità è come “portare vasi a Samo”, inutile e superfluo. Ritengo, invece, più interessante riferirvi dei lavori del gruppo degli avvocati “Antitalikum”, da me coordinati, che hanno ottenuto l’annullamento parziale dell’Italikum, nella parte più pericolosa, cioè l’attribuzione di un premio di maggioranza, sempre e comunque, senza alcuna soglia di partecipazione o di percentuale minima di voti al primo turno grazie al trucco di un ballottaggio limitato alle due liste più votate.
Avevamo dedotto 13 motivi di incostituzionalità dell’Italikum, da noi scritto rigorosamente con la kappa, un ricordo ideografico di altre antiche battaglie democratiche e un 14° relativo a una norma residuata dal Porcellum, le soglie del Senato fissate irragionevolmente al doppio della Camera, pur avendo la metà dei membri. Siamo stati preveggenti perché è una delle norme chiave dell’armonizzazione chiesta dalla stessa sentenza n. 35/2017 e auspicata dai presidenti della Repubblica e del Senato. L’annullamento parziale di due punti dei 13 non ci soddisfa, ma parliamoci chiaro: quell’annullamento ha creato le condizioni tecniche e politiche per la formazione di un quarto polo civico, costituzionale di sinistra.
Tuttavia, senza una legge elettorale proporzionale, non potranno nascere soggetti politici in grado di determinare nuovi equilibri politici per evitare una vittoria della destra o una riedizione di un centro-finta-sinistra a egemonia Pd. Giustamente dobbiamo mettere al centro la legge elettorale per averne finalmente una costituzionale di tipo proporzionale.
La maggioranza solo numerica del Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale. Dobbiamo impedirlo ed è possibile, perché entro novembre ci sono 10 dei ricorsi Antitalikum maturi per la decisione. Il Tribunale dell’Aquila deve depositare la decisione e il 13 ottobre è attesa la decisione del Tribunale di Messina, il 26 e il 27 dello stesso mese rispettivamente Lecce e Venezia.
Siamo in tempo per portare in Corte costituzionale il meccanismo elettorale incostituzionale del Rosatellum 2.0, il voto congiunto per il candidato uninominale e per la lista bloccata proporzionale, impugnando le norme dello stesso tenore vigenti per il Trentino-Alto Adige. Il gioco è chiaro: andare a votare con norme incostituzionali per ripetere lo sconcio del Porcellum dichiarato incostituzionale dopo le elezioni. Se si vota con una legge incostituzionale la Costituzione non sarà attuata e la vittoria dei No al referendum tradita.