Con il cinico opportunismo dei reazionari, la destra di
Salvini-Berlusconi-Meloni sta manovrando con il vento in poppa. Perché
il M5S sembra attratto dalla sirena, malgrado sia noto che ha coda di
caimano. È la linea di Giuliano Ferrara, che è sempre stato il cervello
più lucido del berlusconismo (e ne ha considerato il renzismo figlio
naturale e prediletto): un accordo destra (tutta)/M5S, con premier
Giovanni Maria Flick (ministro anti Mani pulite, la scelta più
sciagurata di Romano Prodi).
Il primo step sembra sia pronto per
essere imbandito: presidenza della Camera a Fico o Fraccaro, del Senato
alla Bernini o Romano o Gasparri (non è “scherzi a parte”!). A questo
punto un accordo di governo tra Di Maio e la destra (tutta) diventerebbe
l’ordine delle cose, l’attrazione newtoniana. Il braccio di ferro sul
premier sarebbe feroce e flautato, ma tirarsi fuori dalla pania sempre
più difficile. Per entrambi i promessi, ma per i grillini più che per i
salvuscones. E per il M5S, che finisse in governo o in rissa sui gradini
dell’altare, con successive elezioni in clima impregiudicabile,
inizierebbe il declino.
Senza ricorrere a Nostradamus: i
cinquestelle perderebbero tutti i voti dei cittadini in rivolta per
giustizia e libertà, gli resterebbero solo gli enragés delle partite
Iva, ma in quest’orizzonte Salvini (e Berlusconi!) sono i pesci
nell’acqua, i grillini di “onestà!” finirebbero naufraghi.
Non
vogliono essere né di destra né di sinistra, prosit, ma i valori che
orientano l’azione, e le scelte ineludibili se non stai sull’Aventino,
hanno spessore materiale, impasto di interessi, o stai col privilegio o
con l’eguaglianza, e non solo Berlusconi, ma anche Meloni e Salvini,
come tutti i lepenismi e il secolo scorso i fascismi, si rivelano al
dunque scherani e ascari e gattopardi del privilegio.
Con
l’elezione dei presidenti di Camera e Senato scattano le trappole o i
barlumi di speranza. Se i cinquestelle non vogliono infilarsi nella tana
dell’elefantino-volpe dovrebbero avere la lungimiranza e l’audacia
dell’iniziativa, anziché della rimessa e del piccolo cabotaggio:
propongano loro nella trasparenza dell’urbi et orbi: la Camera per Fico e
il Senato (il cui presidente deve essere di super garanzia, sostituisce
il Presidente della Repubblica in stato di impedimento!) per Luigi
Zanda. Era il capogruppo Pd, Renzi lo detesta ma quel che resta del suo
partito in parlamento non potrebbe dire di no. E magari partirebbe un
altro film, anziché “I nuovi nuovi mostri”.
riprendiamo questo testo dal sito www.micromega.net