Nel momento in cui il nostro Paese da una
classe politica incapace di guardare al di là dei propri interessi e dei
propri timori è portato con cinismo a un appuntamento elettorale ricco
di incognite e povero di speranze, Libertà e Giustizia, nella continuità
del suo impegno a sostegno dei valori costituzionali che il suo stesso
nome sintetizza, si rivolge ai cittadini con le considerazioni che
seguono e con la proposta che le conclude.
L'alta partecipazione al referendum costituzionale del 4 dicembre,
confrontata con il crescente astensionismo alle elezioni politiche, ha
dimostrato che esistono milioni di elettori che attendono proposte sulle
quali sono disposti a mobilitarsi quando non si tratta semplicemente di
essere convocati o, meglio, utilizzati in operazioni di potere da cui
sono lontani, che non li interessano più e che spesso nemmeno
comprendono. Essi sono una risorsa della democrazia e una forza
potenziale di rinnovamento della politica.
Solo cerchie chiuse di potere possono non curarsi del progressivo
restringersi della partecipazione politica e perfino rallegrarsene, fino
a quando non verrà per loro il momento di dover constatare su quanto
fragili basi sociali poggia il sistema di potere che hanno costruito.
Per questo, Libertà e Giustizia ritiene necessaria una proposta che
possa motivare politicamente i cittadini, dando loro una prospettiva per
la quale valga la pena di impegnarsi politicamente, a incominciare dal
prossimo appuntamento elettorale.
A fronte del tanto sbandierato rinnovamento, il Partito Democratico si
logora in tattiche di sopravvivenza, incurante della sua tradizione
riformatrice e della sua storia, una storia che fu a favore della
giustizia sociale e contro il privilegio. La riproposizione
dell'alleanza con il partito Forza Italia, presentata come necessaria
nel prevedibile quadro politico post-elettorale, non fa che confermare
il forse definitivo mutamento di natura in atto in quel Partito. Si
prospetta il ritorno a un passato tutt'altro che glorioso, segnato da
interessi inconfessabili, da scandali che non finiscono di indignare e
da conseguenti manovre per impedirne la conoscenza e la discussione nel
dibattito pubblico. Per questo Libertà e Giustizia invita all'impegno
pubblico coloro che avvertono l'urgenza di una politica per
l'uguaglianza nella società e per la trasparenza nella politica.
I maggiori partiti si presentano ai cittadini non con i tratti della
partecipazione dei cittadini, ma con quelli della personalizzazione
nella figura del capo, cui fanno seguito corteggi di seguaci che dal
capo sperano d'ottenere gratificazioni. Piccole oligarchie di partito
formano tra loro un'oligarchia grande e autoreferenziale. Per questo
Libertà e Giustizia ritiene essere il momento di tentare di scoperchiare
un sistema di potere chiuso che, per coloro che non vi sono dentro, è
divenuto irrespirabile.
La grottesca e vergognosa vicenda che ha portato alla legge elettorale
in discussione in questi giorni è la dimostrazione d'una classe
politica che si sente assediata e, invece di aprirsi alla democrazia, se
ne difende rinchiudendosi sempre più su se stessa. La legge elettorale
dovrebbe essere fatta per i cittadini e, invece, sarà fatta per gli
interessi di partito, secondo i sondaggi. S'era detto no al Parlamento
dei nominati e saranno tutti nominati. S'era detto no alle liste
bloccate e per metà saranno bloccate e per l'altra metà non ci sarà
bisogno di bloccarle perché non ci saranno proprio. S'era detto, no alle
candidature plurime e sono rimaste. S'era detto no alle nomenclature di
partito garantite e inamovibili e ce le troveremo tali e quali, anzi
più forti che mai. Si può discutere sull'opportunità di ritornare alla
proporzionale, ma questo sistema è di per sé uno scandalo. Lo si può
subire in silenzio, magari decidendo di non farsene complici astenendosi
dal voto. Oppure si può decidere di non stare al gioco. Libertà e
Giustizia sosterrà coloro che prenderanno iniziative per cambiarlo.
A questo quadro piuttosto desolante è prevedibile che, se rimarrà
invariato, la risposta sarà ancora più astensionismo, proprio quando, il
4 dicembre, abbiamo constatato il desiderio di partecipazione
soprattutto della parte più debole del nostro Paese: poveri e giovani
che chiedono di contare ai quali si risponde, invece, rafforzando le
oligarchie. L'associazione Libertà e Giustizia, sollecitata in questo
senso da molti dei suoi aderenti, ritiene doveroso tentare una proposta
che colmi il vuoto di rappresentanza e che offra agli elettori una
identità politica chiara nel senso della giustizia sociale,
dell'istruzione e della salute pubbliche, della lotta alla corruzione,
della difesa dei beni comuni dal loro sfruttamento privatistico, della
partecipazione: in una parola, il patrimonio di valori che sono nella
Costituzione ai quali si può guardare per un "futuro" che non sia
chiacchiera e slogan, ma progetto di società concreta.
La nostra Associazione non ha mai preso parte direttamente alle contese
elettorali né si è mai candidata a qualche cosa. Conformemente alla sua
natura culturale, non lo farà nemmeno ora. Ma, la sua è "cultura
politica" e ciò la obbliga a dire che la più vasta possibile unione che
sorga fuori dei confini dei partiti tradizionali tra persone che
avvertano l'urgenza del momento e non siano mosse da interessi, né
tantomeno, da risentimenti personali, è necessaria, come servizio nei
confronti dei tanti sfiduciati nella politica e nella democrazia. In
questo senso e a queste condizioni, essa è pronta a partecipare al dibattito e alle iniziative che si renderanno necessarie in vista delle prossime elezioni.
Sandra Bonsanti, presidente emerito
Tomaso Montanari, presidente
Gustavo Zagrebelsky, presidente onorario
"La nostra cultura politica ci obbliga a dire che la più vasta possibile unione che sorga fuori dei confini dei partiti tradizionali tra persone che avvertano l'urgenza del momento come servizio nei confronti dei tanti sfiduciati nella politica e nella democrazia"