Ci saranno settimane di scontro tra gli unici due veri partiti
esistenti in Italia, il partito della legalità e il partito
dell’impunità (per l’establishment: per il cittadino comune, si finisce
in galera se rubi due mele).
La nostra è insomma una situazione
manichea, ognuno dei due campi, legalità e impunità, si differenzia e
articola al suo interno, ma si tratta innanzitutto di fare la scelta di
fondo: o di qua o di là. Restare al governo col Delinquente di Arcore
significa reggergli il sacco, stare di là, essere complici o pronubi del
partito dell’impunità.
L’obiettivo di fondo del partito
dell’impunità è lo smantellamento della Costituzione repubblicana nei
valori di fondo che la ispirano, “giustizia e libertà”. Questi nemici
della Costituzione nata dalla Resistenza dicono che però va migliorata,
adeguata ai tempi. Certamente: cominciando dall’abrogazione
dell’articolo 7, sporcizia clericale in un testo democraticamente
adamantino. E proseguendo con la riduzione del parlamento a una sola
camera legislativa di cento deputati, e un senato composto a rotazione
dai sindaci, come camera di difensori civici (ho avanzato queste
proposte trent’anni fa!). E dall’eliminazione di alcune modifiche
recenti, in particolare l’obbligo di pareggio di bilancio.
Ma non
sono queste le modifiche che hanno in mente i riformatori/picconatori
delle larghe intese. Quelli sopra richiamati renderebbero infatti la
nostra Costituzione ancora più coerente con la sua ispirazione di fondo
di “giustizia e libertà”, quelle ventilate dai vari comitati di
“esperti” voluti dalla partitocrazia e dal Quirinale vanno invece nella
direzione esattamente opposta.
Difendere la Costituzione
“giustizia e libertà” e anzi battersi per la sua realizzazione (mai
integralmente avvenuta) fa tutt’uno dunque con il partito della
legalità. Questo è lo scopo della raccolta di firme lanciata dal Fatto quotidiano,
con l’obiettivo inaudito e “folle” di mezzo milione di firme, per il
quale ogni sforzo deve essere fatto durante questo agosto, perché il suo
raggiungimento sarebbe una clamorosa conferma della volontà di
mobilitazione di masse di cittadini coerentemente democratici.
Altrettanto
fondamentale è accompagnare questa mobilitazione sul web con una
mobilitazione “in carne ed ossa” per una manifestazione di piazza per
l’ultimo sabato di settembre a Roma. Per questo ho invitato Stefano
Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Maurizio Landini e Marco Revelli, che
costituiscono il punto di riferimento di organizzazione come le
associazioni per i beni comuni, “Libertà e Giustizia”, la Fiom e “Alba”,
a indire tale manifestazione insieme a MicroMega. I tempi sono
strettissimi, solo l’annuncio dato già ora (in vista del 28 settembre)
può consentire che cresca la mobilitazione, anziché lasciare disperdere
l’indignazione in nuove forme di apatia e rassegnazione.
Ho anche inviato una lettera
ai parlamentari eletti nelle liste del M5S, oggi una vera opposizione
al governo Letta-Alfano (che per scrupolo filologico tante volte abbiamo
ricordato in questi mesi come governo Napolitano-Berlusconi), che
pubblichiamo qui sotto. Alle considerazioni lì svolte aggiungo solo che è
urgente un’azione per una legge elettorale che metta il Pd con le
spalle al muro: legge elettorale che ricalchi in ogni circoscrizione
quella per l’elezione dei sindaci, l’unica che abbia funzionato da
autentica innovazione e che sia riconosciuta e apprezzata dai cittadini.
Aspettiamoci
nelle prossime settimane, da parte dell’intero establishment, e non
solo degli scherani e curve sud del Delinquente di Arcore, ogni genere
di manovra, manipolazione mediatica, minaccia e ricatto, per indebolire e
dividere il partito della legalità, maggioranza schiacciante nel paese
ma minoranza in parlamento e presenza ancor più esigua nei media, e
ridare fiato e prospettive al partito dell’impunità. Non limitiamoci a
sperare nella sconfitta di queste forze antidemocratiche, la speranza
può facilmente convertirsi in illusione: solo finché c’è lotta c’è
speranza.
Quest’anno il mese di agosto non sarà per la politica un periodo “balneare”, bensì cruciale: si è aperto con la prima condanna definitiva per l’ormai ex-Cavaliere o d’ora innanzi ufficialmente Delinquente di Arcore