Una risposta a Sandra Bonsanti

di Redazione Liberacittadinanza - 14/10/2018
Abbiamo letto un documento diffuso dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale. E' scritto da Sandra Bonsanti, figura di spicco di Libertà e Giustizia. L'intento è buono: uscire dalla stupefazione e dall'inerzia, riprendere l'iniziativa, vagliare con attenzione le eventuali discordanze tra le proposte di governo e il dettato costituzionale. Giustissimo. Il compito è vasto. A titolo d'esempio: che rapporto c'è tra la flat tax e l'articolo 53 sulla progressività dell'imposizione fiscale; tra l'articolo 11 e la missioni (armate) all'estero; tra l'annunciata deportazione di Riace e il diritto d'asilo? L'elenco potrebbe essere lungo ed è il momento di stilarlo.

La cittadinanza attiva, nella sua multiforme composizione di comitati e associazioni, ha ben presente tutto ciò e nelle forme più varie, spesso non ascoltate e non rilanciate dalla stampa, si occupa da sempre di tutte le materie scottanti.

Per motivare la necessità di una iniziativa rinnovata e generale, Bonsanti traccia un breve riassunto della mobilitazione dal 2002 a oggi. E qui si verifica uno scarto curioso. Sembra che dal 2002 a oggi sia esistita solo Liberta e Giustizia e che eventuali altri movimenti si siano manifestati soltanto nel quadro delle azioni offerte da questa importante associazione. È naturale che ognuno sia portato a parlare di ciò che conosce meglio e più direttamente. Ma come si fa a sintetizzare la nostra storia dal 2002 al 2018 e dimenticare la prima grande manifestazione corale del 14 settembre 2002 a Piazza San Giovanni a Roma? E le innumerevoli altre occasioni create dai comitati più diversi?

In vista di una auspicabile ripresa dei movimenti non sarebbe essenziale il riconoscimento della loro intrinseca pluralità e varietà di vocazione? Un grande, maestoso fiume di iniziativa popolare in cui confluiscano le correnti più diverse, e in cui anche la più piccola sia capace di dare contributi preziosi.
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