Egr. Dott. Montanelli,
mi spiace disturbare la pace che sicuramente si sta godendo insieme al suo amico e collega Enzo Biagi. Tuttavia l'occasione mi sembra irripetibile poiche'oggi ricorre il centenario della sua nascita, e in tutta sincerita' mi sto chiedendo perche' Dio abbia voluto toglierci voi due e lasciarci quell'esimio "signore" residente ad Arcore.
Nel 2001 Lei, come gia' altri, aveva capito cosa sarebbe successo al nostro Paese se Quello fosse arrivato a Palazzo Grazioli; noi purtroppo, chi per ignoranza, chi per ingenuita', non vi abbiamo dato retta e l'abbiam seguito come fosse il pifferaio di Hamelin. Per certi versi e' stato fortunato ad andarsene quell'anno, cosi' non ha potuto vedere le porcherie commesse da li' in avanti: Editto bulgaro , censure, leggi ad personam e chi piu' ne ha piu' ne commetta.
Cinque anni dopo abbiam sperato: Prodi vinse le elezioni e si credeva in qualche cambiamento ma, a parte il ritorno di Biagi e Santoro in Rai, non successe nulla: la maggioranza era debole e dopo neanche due anni cadde. Cosi' il 13 aprile andammo alle urne e il giorno dopo... ci siam capiti. Non ci credera' probabilmente, ma il Cavalier Prescrizioni e' ancora la' che strepita e delira di complotti comunisti nei suoi confronti; ormai la maggior parte delle persone, senza che se ne sia resa conto, e' ridotta al punto di pensare che i bimbi li portino le cicogne anche se sono accanto ad una partoriente.
Lo scorso 8 luglio ci fu una grande manifestazione in piazza Navona, naturalmente oggetto di polemiche da parte di quasi tutti gli esponenti politici e le persone che l'affollavano il giorno dopo videro travisare tutto dai media.
Come vede, la volonta' di contrastare il regime c'e' ma fatica ad esporsi per combattere. Fortunatamente ci sono anche persone che non si sono lasciate abbindolare dal servilismo dilagante e che ci aiutano a far luce su quanto accade: penso ai suoi ex allievi Travaglio e Gomez, e a Santoro, ai satiristi tuttora censurati e anche a qualche parlamentare che ci tratta da cittadini quali siamo e non da sudditi.