Il 19 maggio 1996, nel corso del suo discorso d’insediamento come presidente della Camera dei Deputati, Luciano Violante propone una “riflessione” sui “ragazzi di Salò”. Lo stesso Violante il 28 maggio scorso ha partecipato alla cerimonia di presentazione dei discorsi parlamentari di Giorgio Almirante, dichiarando ( “Corriere della Sera” - 28/05/2008) che quest’ultimo (sic!) “... ebbe un ruolo nel far evolvere compiutamente la nostra democrazia”.
Nel frattempo, il deputato Violante ha pure trovato il tempo di dichiarare pubblicamente (Camera dei Deputati - 22 febbraio 2002) che a Berlusconi (testimone Gianni Letta) nel 1994 fu assicurato che non sarebbe stata approvata alcuna legge sul conflitto di interessi.
Sono stati, questi, interventi da “politico di rango”?
Ovviamente, Luciano Violante non è privo di capacità retoriche e le sue parole sono sempre espresse con un linguaggio volutamente “curiale” che prevede più chiavi e più livelli di lettura, che, tuttavia, non sono sufficienti a modificare l’impressione che l’ex Presidente della Camera stia da tempo costruendo il proprio monumento equestre di “personalità super partes”.
E a cosa può aspirare una personalità così specchiatamente “super partes”? Alla Presidenza della Repubblica o ad uno scranno di giudice della Corte Costituzionale?
Nell’immediato Luciano Violante, appare - non sappiamo quanto obtorto collo - solo il ghost writer di Ignazio La Russa che (anche lui con prosa pretesca) approfitta dell’8 settembre per gridare, sia pure cripticamente, l’”A noi!” e il “Presente!” di fascistica memoria.
In buona sostanza, la spada (La Russa) ha avuto buon gioco a difendere il solco che l’aratro (Violante) aveva tracciato.
Nel frattempo, il deputato Violante ha pure trovato il tempo di dichiarare pubblicamente (Camera dei Deputati - 22 febbraio 2002) che a Berlusconi (testimone Gianni Letta) nel 1994 fu assicurato che non sarebbe stata approvata alcuna legge sul conflitto di interessi.
Sono stati, questi, interventi da “politico di rango”?
Ovviamente, Luciano Violante non è privo di capacità retoriche e le sue parole sono sempre espresse con un linguaggio volutamente “curiale” che prevede più chiavi e più livelli di lettura, che, tuttavia, non sono sufficienti a modificare l’impressione che l’ex Presidente della Camera stia da tempo costruendo il proprio monumento equestre di “personalità super partes”.
E a cosa può aspirare una personalità così specchiatamente “super partes”? Alla Presidenza della Repubblica o ad uno scranno di giudice della Corte Costituzionale?
Nell’immediato Luciano Violante, appare - non sappiamo quanto obtorto collo - solo il ghost writer di Ignazio La Russa che (anche lui con prosa pretesca) approfitta dell’8 settembre per gridare, sia pure cripticamente, l’”A noi!” e il “Presente!” di fascistica memoria.
In buona sostanza, la spada (La Russa) ha avuto buon gioco a difendere il solco che l’aratro (Violante) aveva tracciato.