"Mi dispiace per l'Italia, che vive in una dittatura"
Queste le parole a caldo pronunciate dal giornalista inglese "martirizzato" (queste le parole dei P.M) alla Diaz. Non si è lamentato per la pena ridicola (e condonata) inflitta ai massacratori che gli ruppero otto costole, perforarono un polmone, recato varie altre fratture e traumi.
Ha avuto parole di compatimento per noi tutti e come non sentirsi con lui d'accordo, visto che ancora una volta ci siamo coperti di vergogna agli occhi del mondo. Ottantacinque persone colpite, arrestate legalmente, verbali e sequestri falsi, rapporti di polizia dolosamente calunniosi, depistaggi, false testimonianze nel tentativo di coprire vessazioni ed omertose complicità.
La risposta: 13 condanne a pene ridicole, risarcimenti provvisori di poco superiori a quelli che solitamente i Giudici di Pace riconoscono per colpi di frusta in incidenti stradali.
Quel che deve destare indignazione e rabbia è proprio questa sottovalutazione, questo stemperamento della gravità dei fatti dimostrata dalla tremebonda e pusillanime sentenza del Tribunale penale di Genova che anche laddove le responsabilità per quei fatti gravissimi sono state dimostrate oltre ogni ragionevole dubbio si limita a pene troppo lievi e che non saranno mai scontate ed alcune nemmeno iscritte nel certificato penale, dati i benefici concessi insieme alle attenuanti!
Nessuno chiedeva le forche, ma solo Giustizia
Questa Magistratura che si inchina alla ragion di Stato non la vogliamo.
Questa Magistratura che si inchina alla ragion di Stato non la vogliamo.