Il caso Saviano pone un problema delicato. Non si può chiedere a nessuno di fare l'eroe per rafforzare la volontà di lotta degli altri. Saviano aveva pensato di scrivere un libro.
Ha scritto un bellissimo libro. Un'opera originale che oggi quasi nessun nuovo lettore può affrontare senza saperne niente. I lettori di oggi ne sanno già qualcosa, almeno per sentito dire. Ma chi l'ha letto nei primi giorni, forse anche nei primi mesi, era subito preda di un senso di fascinazione e al tempo stesso di incertezza: il libro sapeva muoversi sul filo del rasoio tra verità, verosimiglianza e invenzione. Pagina dopo pagina, il lettore poteva restare nell'incertezza: ciò che leggo è vero o solo verosimile? Va da sé che ciò che poteva essere verosimile era anche inventato. Ma inventato in un modo così persuasivo da apparire vero a dispetto dell'invenzione.
Così un'opera in tutto e per tutto letteraria è stata anche testimonianza di verità. Non verità cronachistica; forse in qualche particolare anche questo. Ma soprattutto verità sostanziale. Un tempo si sarebbe detto storica. E ancora oggi potremmo dirlo se nel frattempo la volgarità televisiva non avesse già attribuito la qualificazione di "storico" a qualsiasi evento degno del suo triviale interesse.
Gomorra è opera letteraria ma al tempo stesso ha la forza di verità di offendere la camorra e gli uomini di camorra. La minaccia di vendetta conferma la verità dell'opera. A maggior ragione la minaccia va presa sul serio.
Si fa presto a dire: lo stato è in grado di proteggerlo e lo proteggerà. Non sempre lo stato ha mantenuto la promessa, Nei confronti di Marco Biagi l'ha mancata in modo clamoroso e poi ha cercato di barare mistificandone la morte con la peggiore retorica sulla vittima. Ma immaginiamo pure che lo stato questa volta sappia mantenere la promessa. Sarà vita quella che un giovane meno che trentenne attraverserà nei prossimi anni, protetto, segregato, scisso dalle forme della vita normale? Chi può arrogarsi il diritto di decidere al suo posto?
In realtà, a dispetto di tutte le prediche ricevute, ora e domani, la decisione potrà essere solo sua. Una certezza resta a noi: la politica che si fa bella con le immagini televisive che fanno vedere ciò che vogliono e nascondono ciò che possono, la politica televisiva che scioglie la lotta alla camorra nelle immagini dei soldati in strada ben inquadrati nell'immagine è la stessa politica che non sa e non vuole sciogliere i legami inconfessabili tra la camorra di strada e la camorra del ceto politico. Saviano forse sarà costretto ad andarsene, e chissà per quanto tempo, ma noi sappiamo che le responsabilità sostanziali sono di un potere politico immune e impunito.