Il Parlamento Italiano perde un’altra occasione verso la Sovranità Alimentare.
La PDL per l’Agricoltura Contadina[i] approvata nel maggio 2021 senza opposizione alla Camera dei Deputati è decaduta perché il Senato non ha saputo convertirla in legge.
Dopo oltre 12 mesi ferma in Commissione Agricoltura, la fine anticipata della legislatura ha quindi dato il colpo di grazia alla PDL che secondo noi avrebbe dovuto passare senza indugi.
L’occasione storica persa è gravissima. Le crisi climatica, economica e sociale richiedono una capacità di visione ampia che il Senato non ha avuto: nessuna possibilità per centinaia di migliaia di piccole aziende contadine, che durante la pandemia hanno dimostrato maggiore capacità di resilienza, di venire riconosciute come componenti fondamentali della catena alimentare.
L’Agricoltura Contadina è maggioritaria in Italia[ii], ma manca una legislazione adeguata che la inquadri all’interno delle diverse agricolture presenti, riconoscendo dignità e diritti a chi vi opera per la Sicurezza e la Sovranità Alimentare del Paese a vantaggio di tutta la collettività.
Una grave carenza legislativa, che contribuisce alla sistematica sparizione delle aziende agricole di piccole dimensioni (diminuite di 2/3 negli ultimi 38 anni[iii]), aggiunge migliaia di ettari agricoli al latifondo improduttivo o all’abbandono, favorisce la proliferazione di specie selvatiche che danneggiano colture e invadono spazi urbani minacciandoli di pericolose zoonosi.
La PDL individuava un utilizzo razionale ed efficace delle terre abbandonate favorendo il reddito di migliaia di piccoli produttori, in linea con la Dichiarazione sui Diritti dei contadini e di altre persone che lavorano nelle aree rurali[iv] dell’ONU e in occasione della decade delle Nazioni Unite dedicata all’agricoltura familiare.
Il Senato ha preferito dare priorità ad altre leggi[v] che si pongono in potenziale conflitto con normativa europea e disciplina sulla concorrenza; non favoriscono la transizione ecologica delle produzioni agricole; non premiamo chi partica modelli di produzione agroecologici e favorisce la biodiversità animale e vegetale, la diversificazione e gli avvicendamenti colturali, la tutela e la conservazione del territorio nei suoi aspetti ambientali e paesaggistici; non attribuiscono il giusto riconoscimento a chi trasforma le materie prime aziendali con metodologie tradizionali di uso locale privilegiando forme di economia solidale e partecipata.
Continueremo a impegnarci in tutti i modi e in tutte le sedi affinché le nostre lotte convincano tutti parlamentari a varare finalmente una legge che riconosca a contadini e contadine quella dignità e quei diritti che chiediamo con forza da tanti anni per l’ottenimento della Sovranità Alimentare!
Non c'è buon cibo senza i contadini!