No fur, abbiamo vinto

di Adriano Fragano - comune-info.net - 26/12/2021
Una norma della Manovra di bilancio pone la parola fine alla produzione nazionale di pelliccia animale. Nessuna svolta animalista, è la pandemia la ragione che ha spinto il parlamento ad approvare il provvedimento, dato che animali come i visoni sono in grado di contrarre il Covid

Durante la discussione della Manovra di Bilancio avvenuta in questi giorni di dicembre in parlamento, è stato approvato un emendamento che vieta l’allevamento e l’uccisione di Animali “da pelliccia” in Italia a partire dal 1 gennaio 2022. Il provvedimento di fatto pone la parola fine alla produzione nazionale di pelliccia animale dato che l’allevamento e la riproduzione in cattività di visoni, volpi, cincillà, procioni e altri animali per tale scopo, non sarà più consentita. Ai pochi lager per animali ancora in funzione nel nostro Paese, verrà riconosciuto un indennizzo faraonico in varie forme, per un totale di ben 3 milioni di euro e sarà loro permesso di continuare a detenere gli animali fino al 30 giugno 2022. Dopo dovranno scomparire, si spera per sempre insieme al loro vergognoso carico di sofferenza.

Finalmente verranno chiusi tutti i luoghi dove milioni di animali hanno passato un’esistenza di stenti, dolore, paura, privazioni e dove hanno trovato una morte atroce. Il tutto per denaro, per soddisfare la richiesta di pellicce del mercato e la vanità di individui umani decerebrati, che incredibilmente ancora oggi desiderano indossare la pelliccia di un essere senziente.

La pandemia in corso è chiaramente la ragione che ha spinto il Parlamento italiano ad approvare il provvedimento in questione, dato che è stato appurato che Animali come i Visoni sono in grado di contrarre il virus SARS-CoV-2. I lager che detengono visoni in Italia sin dal 2020 sono stati infatti costretti a soppressioni di massa degli animali, oppure hanno bloccato ogni attività produttiva per ottemperare a un’apposita ordinanza emessa dal Ministero della Salute in vigore fino al 31 dicembre 2021. Dunque non illudiamoci che quanto accaduto sia dovuto a una svolta “animalista”, piuttosto si è trattato di portare a conclusione (e di risarcirlo lautamente) un settore economico già in agonia da molti anni, evitando che gli Animali imprigionati potessero divenire un serbatoio di nuovi o già conosciuti virus. Ad ogni modo, quanto deciso significa la fine delle sofferenze e della morte di milioni di animali e di questo dobbiamo essere assolutamente felici.

Le associazioni animaliste italiane come Essere Animali e L.A.V. festeggiano, loro è il merito di aver condotto alcune investigazioni sui lager per animali, rese poi pubbliche e diffuse dai media mainstream e di aver fatto pressione sul mondo politico. Ma ciò che con questo articolo si vuole evidenziare è che quanto accaduto non sarebbe mai stato possibile, se non fosse esistita una fitta rete di persone umane attiviste che per decenni hanno lottato strenuamente – rischiando in prima persona – contro l’industria della pelliccia in Italia conducendola sull’orlo del fallimento. Singoli individui, ma anche associazioni, collettivi e gruppi informali che hanno operato sin dai lontani anni Ottanta del secolo scorso, per contrastare i lager per animali destinati a divenire pellicce: campagne di protesta, presidi, volantinaggi, incontri, pubblicità (Campagne per gli animali con le sue pubblicità antispeciste ha contribuito non poco a fare contro-informazione), azioni dirette dell’A.L.F., boicottaggi che hanno arrecato danni enormi a chi lucra sulla pelle degli animali, fino a causare la chiusura di molti dei lager ben prima della decisione del Parlamento.

Desidero in particolare ricordare e rendere merito a una campagna che a mio avviso è stata fondamentale nella lotta contro i lager per animali “da pelliccia” in Italia, esercitando una forte opera di contrasto su allevamenti e grandi marchi commerciali, vale a dire la Campagna A.I.P. (Attacca l’Industria della Pelliccia): una campagna che nasce nel 2004 e che per molti anni ha rappresentato una vera e propria spina nel fianco per il comparto nazionale della produzione e commercializzazione di pellicce. Una campagna diretta, forte, partecipata e radicale che ha ottenuto notevoli risultati prima di esaurire le sue forze e concludere le sue attività. Numerose persone umane attiviste che oggi partecipano, coordinano o hanno fondato associazioni che si occupano di contrastare lo sfruttamento animale, provengono da queste esperienze o ne hanno tratto ispirazione, è triste dunque constatare che quando finalmente si scorge all’orizzonte un risultato concreto e probabilmente definitivo, nessuna o quasi di queste persone si ricordi di questo lungo percorso di lotta. In particolar modo Essere Animali, la cui storia deriva direttamente da campagne come A.I.P. ma non solo, non sembra affatto avere una buona memoria (prima dei suoi dieci anni di lavoro, ce ne sono stati molti altri non meno importanti e sicuramente più difficili). Per fortuna c’è ancora chi se ne ricorda e non intende dimenticare.

Demolire pratiche speciste radicate ed economicamente forti come l’allevamento di animali destinati a divenire pellicce, è un processo lungo, faticoso e duro. I risultati paiono non arrivare mai e gli animali nel mentre continuano a soffrire e a morire: molte persone umane attiviste si sono perse lungo la strada consumate da questa dolorosa consapevolezza, dal senso di impotenza, dai numerosi problemi (spesso anche legali), dalla delusione o semplicemente perché prive della forza necessaria per continuare. Altre hanno proseguito fino ai giorni nostri, in ogni caso questa moltitudine di soggetti, spesso sconosciuti, anonimi, sono nei fatti coloro che hanno demolito – un mattone alla volta – le fondamenta di questo enorme edificio di sofferenza, ed è giusto che oggi siano orgogliose del grande lavoro che hanno svolto.

La vergogna delle pellicce di animali non terminerà con questo provvedimento. Chi intende acquistare un capo fatto di corpi di animali potrà continuare a farlo liberamente (magari pure a un prezzo minore) e i lager dove verranno rinchiusi milioni di esseri senzienti per fornire la “materia prima”, continueranno a esistere in altri Paesi: lontano dai nostri occhi e dalle nostre coscienze. Ma in attesa che anche altri muri crollino e altre reti si rompano per sempre, coltiviamo la memoria e costruiamo finalmente una cultura liberazionista, ricordandoci di tutti gli animali che sono morti nei lager italiani in questi lunghissimi anni e anche di coloro che hanno coraggiosamente e con ogni mezzo tentato di liberarli.

Contro lo specismo per la liberazione animale.



Campagna A.I.P. riferimenti in rete:

https://web.archive.org/web/20090214182634/http://campagnaaip.net:80/index.html
https://www.facebook.com/Campagna-AIP-Attacca-lIndustria-della-Pelliccia-109612111389
https://www.youtube.com/user/CampagnaAIP
https://www.flickr.com/photos/campagnaaip


Foto dell’articolo: Campagna AIP, corteo contro l’allevamento di visoni di Rossi Italo
Sabato 8 gennaio 2010: circa 400 manifestanti sfilano in corteo dall’ex campo di concentramento di Fossoli (MO) fino all’allevamento e la casa di Italo Rossi, allevatore di Visoni.
https://www.flickr.com/photos/campagnaaip/5342064597/in/album-72157625790857846
https://www.flickr.com/photos/campagnaaip/5342673322/in/album-72157625790857846

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