Quando dicono che la Costituzione Italiana è il testo giuridico più avanzato del mondo non esagerano. È la pura verità. Ampi passaggi della nostra Costituzione sono stati ripresi quasi testualmente dalla “Dichiarazione universale dei diritti umani”.
Essa è stata un documento importante per la Storia del diritto sebbene molte delle riforme auspicate all’interno della carta siano rimaste inattuate. Ciò è dovuto al fatto che essa fu il frutto di una fusione di pensiero tra forze politiche diverse, le quali optarono per una attuazione lunga e graduale basata su leggi ordinarie periodiche.
Come disse Calamandrei:
Per compensare le forze di sinistra di una rivoluzione mancata, le forze di destra non si opposero ad accogliere nella Costituzione una rivoluzione promessa“
Ma in cosa consiste la reale portata rivoluzionaria della Costituzione Italiana? Non certo in un poco di uguaglianza in più o un po’ di giustizia sociale in più o ancora in una maggiore redistribuzione della ricchezza..
Per comprendere il tipo di rivoluzione che i Costituenti avevano in mente bisogna parlare di fondamenti di Psicologia.
I Costituenti hanno infatti dovuto riflettere sul concetto di ” IO UMANO" e hanno cercato di identificare un modello di io attorno al quale progettare la stesura dei diritti e doveri fondamentali.
In questo una grande importanza ha avuto il contributo di Lelio Basso, il quale ha teorizzato un “modello di IO relazionale” anticipando di 30 anni la psicologia moderna.
Attorno al concetto di “io relazionale” è stato costruito l'art. 3, che a mio avviso può essere considerato il più rivoluzionario della Carta,
in particolare il passaggio che recita:
“ È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Cosa si intende per “ pieno sviluppo della persona umana”?
Citando il Prof. di Diritto Costituzionale Mauro Scardovelli:
“ …Significa pieno sviluppo della consapevolezza, pieno sviluppo della coscienza etica universale, che ci rende esseri umani. Uomini e donne radicati nelle qualità dell'essere, o qualità dell'amore, o qualità della vita — gentilezza, gratitudine, generosità, empatia, compassione…— virtù che ci rendono esseri umani COMUNITARI, donativi, naturalmente socievoli, (…) A differenza degli inquinanti della mente — indifferenza, ingratitudine, competizione, invidia…”
Il dovere giuridico di tutelare le più importanti virtù umane come i Valori fondamentali e fondanti della Repubblica nasce non a caso in seguito alle tragedie delle guerre mondiali.
Per la prima volta un testo giuridico pone a presupposto della democrazia la armoniosità della relazione tra le persone, l'emancipazione dall'oppressione dai condizionamenti mentali, la capacità e la libertà di pensare in modo creativo e critico.
Potremmo pertanto affermare che la rivoluzione Costituzionale è, ancora prima che sociale o economica, di natura antropologica e spirituale.
Questa rivoluzione antropologica avrebbe dovuto incidere in particolare nel modo di fare politica, nel creare un clima di stima e di amicizia che predispone alla sintesi, al dibattito pacato e al superamento delle divergenze.
E in secondo luogo nella capacità dei cittadini di esprimere una partecipazione consapevole alla vita politica.
Una rivoluzione promessa che è stata evidentemente disattesa e tradita in molti modi ma mai del tutto dimenticata. Proprio di recente l'ex Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Prof. Paolo Maddalena ha dichiarato:
“ Chi governa lo deve fare nell’interesse del popolo: per lo svolgimento della persona umana e per il progresso materiale e spirituale della società. Lo impongono gli articoli 3 e 4 della nostra Costituzione Repubblicana”
Segno che esiste ancora qualche giurista consapevole della meta ultima del dettato costituzionale.
Purtroppo la morte di Moro, che si apprestava a rendere obbligatorio l'insegnamento della Costituzione in tutte le scuole di ogni ordine e grado, ha costituito uno spartiacque drammatico sotto più di un aspetto.
Ha segnato infatti l'abbandono del cammino costituzionale da parte della nostra classe politica, anzi l'inizio della regressione e della graduale disattuazione della carta.
A partire proprio da quell'articolo 1 che fondava la Repubblica sul “lavoro” piuttosto che sul “capitale”.
Il perseguimento del progetto costituzionale che aveva portato l'Italia da paese in via di sviluppo a quinta potenza mondiale è stato colpevolmente messo da parte.
Pertanto, senza stare a soffermarsi sulle conseguenze economiche della disattuazione, abbiamo potuto osservare l'evoluzione della nostra società che è andata spostandosi gradualmente dai valori di “Comunità”, “Solidarietà sociale” e “Mutuo soccorso”, frutto dell'Art.3, verso nuovi valori moderni frutto del pensiero consumista: per esempio il valore della “Concorrenza”.
la dimensione della “Concorrenza” ha assunto maggiore importanza in tutti i sistemi sociali, dall’istruzione, all’economia, al lavoro e ha generato un aumento della competitività tra le persone. La nostra società insocievole, i conflitti apparentemente senza soluzione che dominano la politica, il comportamento criminale della finanza, la distruzione dell'ambiente.
Sono tutti aspetti abbastanza evidenti (almeno per le persone di mezza età che hanno potuto seguire l'evolversi dei cambiamenti) di questa trasformazione. Una trasformazione che riguarda quindi anche il carattere e la psiche delle persone.
Oggigiorno la diminuzione del costo del lavoro, il precariato e la disoccupazione fanno in modo che tu percepisca i tuoi concittadini come competitori per cose che dovrebbero essere alla portata di tutti, una casa, un lavoro, la stabilità, una famiglia. Si indebolisce il concetto di comunità , si rafforza la sensazione di essere soli contro le avversità della vita in quanto singoli individui.
Non è un caso che lo sgretolarsi del concetto di COMUNITÀ e MUTUO SOCCORSO investa tutte le istituzioni che hanno nel loro Dna queste componenti come sindacati, ospedali e scuola pubblica. Tali istituzioni sono state sistematicamente demonizzate e attaccate dai media del pensiero consumista per oltre 30 anni in quanto portatrici dei valori costituzionali.
Dice a questo proposito il filosofo e linguista Noam Chomsky:
“Ai privati non piace l’istruzione pubblica, per diverse ragioni. La prima ha a che fare con il principio stesso su cui essa si fonda, che dal potere è percepito come una minaccia: il concetto di solidarietà…”
“…Ciò contrasta con la dottrina in base alla quale bisogna pensare solo a se stessi e non curarsi degli altri che restano indietro: il principio cardine del business”
“L’istruzione pubblica è una minaccia a un tale sistema di pensiero perché contribuisce a formare la solidarietà, la comunità, il sostegno reciproco”
Le cessioni di pezzi di terziario verso il settore privato vengono spesso motivate dal fatto che vi è troppa corruzione, ma cedendo al settore privato la nostra società non fa altro che velocizzare questo processo di progressiva individualizzazione a scapito del concetto di collettività. E come abbiamo visto il prezzo da pagare è stato molto caro anche in termini di vite umane.
Paolo Maddalena dichiarava durante la recente esperienza della pandemia:
“ Oggi abbiamo constatato, sulle bare delle molte vittime dell’infezione del Coronavirus, private anche dell’estremo saluto dei loro cari, quanto disdicevole sia stato quel pensiero egoistico e cinico, che ha indotto i nostri politici a “privatizzare” e a “tagliare le spese” persino della “Sanità pubblica”, e cioè di quanto di meglio c’era nel nostro Stato sociale, rendendola del tutto inadeguata ad affrontare l’emergenza”.
“Ciò dovrebbe bastare per cambiare idea, per distruggere il male che si è annidato nell’immaginario collettivo, spingendo gli individui, con menzogne di ogni genere, verso una introvabile felicità consumista, foriera soltanto di noia e di disfacimento della persona umana. La speranza è che la tragedia che stiamo vivendo riesca ad aprire gli occhi di tutti su una realtà che il tracotante pensiero materialistico neoliberista ha tentato in tutti i modi di nascondere: il fatto che l’uomo è formato da materia e spirito e che soltanto nella forza dello spirito risiede la possibilità di un vero e duraturo riscatto. Se ciò avvenisse, si potrebbe assistere a una svolta epocale nella vita dell’umanità e alla resurrezione di quei valori fondanti sui quali poggia la vera serenità dell’animo umano ”.
Non vi può essere reale democrazia né un reale “progresso materiale” se esso non è accompagnato e guidato dal “progresso spirituale” indicato nel'Art.3.
Purtroppo anche il migliore dei programmi politici ( come di recente è apparso sin troppo ovvio) se è portato avanti da una classe dirigente dalla psiche immersa nei valori del consumismo e della competizione è destinato a dare dei frutti avvelenati.
Per concludere:
La crisi atropologica vissuta nel nostro paese è una crisi che riguarda in realtà un intero sistema di mondo nel quale siamo stati immersi. L'umanità intera è alle prese oggi con un momento di enorme importanza storica, in cui si decide il futuro della nostra specie.
Un certo modello di sviluppo che ha perdurato per secoli basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, sulla competizione e sui rapporti di forza è entrato in crisi mostrando definitivamente il suo fallimento, la sua direzione suicidiaria e distruttiva su tutti i livelli, compresi quello militare, ecologico e politico.
Questo modello di sviluppo è stato portato avanti da un certo tipo di umanità: L'io gaudente, bellico e competitivo della società del consumo.
L’ umanità risponderà alla crisi avviandosi verso un tipo di società basata su un Controllo soffocante e pervasivo reso possibile dalle nuove tecnologie digitali?
Oppure prenderà la via più ardua di una società con livelli ancora più profondi di libertà?
Per percorrere la seconda strada occorre una crescita del livello di consapevolezza e istruzione degli esseri umani. Un certo tipo di lavoro interiore, come dicevano Gandhi e Ettie Hillesum e come dice anche il filosofo italiano Marco Guzzi, dovrà probabilmente diventare una prassi quotidiana per tutti.
Deve sorgere dunque quell'umanità che è auspicata nella Costituzione Italiana: avente una psiche relazionale, basata sull’empatia e sulla collaborazione, sulla comunità, sul mutuo soccorso, sulla solidarietà sociale. Non si tratta più solo e soltanto di una lotta di classe come affermava Marx, bensì di una lotta tra classi e modelli di umanità.