Dalla RESISTENZA all' ATTACCANZA. Per la difesa della Costituzione e della Democrazia.

di Paolo Barbieri - 27/10/2024
Bisogna imporre a questa maggioranza parlamentare, minoranza nel paese, la volontà della Sovranità Popolare Realizzata nel solco e nel segno della Costituzione Repubblicana, che ce ne darà autorità e autorevolezza.

Non c'è più tempo per resistere: senza la fase di attacco la resistenza ritarda solo la fine, come ci hanno tramandato i Partigiani che per arrivare al 25 Aprile lanciarono 1000 e 1000 attacchi pagandone alto prezzo. E la chiamarono RESISTENZA, ma il nome più giusto sarebbe stato ATTACCANZA...

Da troppo tempo, dai più qualificati estimatori della Costituzione, vengono rilanciati allarmi, talmente tanti tra libri, editoriali, convegni, che ormai essi cadono inascoltati nella vuota eco della propria inefficacia.

Dà troppo tempo siamo con loro acquartierati nelle trincee referendarie che già hanno ceduto agli assalti distruttivi di personaggi indegni di porre mano e firma a modifiche della legge fondamentale della Repubblica. Trincee che paiono sempre più deboli per la crescita continua della mancata partecipazione al voto.

Da troppo tempo da quelle trincee assistiamo sempre più preoccupati all'avvio di programmi di demolizione del grande disegno dei Costituenti, quelle persone eccellenti che qualcuno ha definito "giganti", selezionate dall'antifascismo militante, quando esso voleva dire rischiare non solo l'olio di ricino, ma la vita stessa.

E già leggiamo, per la penna del professor Ainis (la Repubblica del 21/10/24), che ben 117 disegni di legge costituzionale sono stati via via presentati in Parlamento, durante questo primo scorcio di legislatura! Una frenesia "riformatrice" di cui la Carta non ha assolutamente bisogno e da cui può trarre solo ulteriori danni.

Ebbene, prima che la cura delle destre, eredi della RSI, espunga dalla Costituzione l'essenza antifascista e molto altro, occorre uscire dalle trincee chiamando a raccolta la Cittadinanza per Realizzare una volta nella storia, quella Sovranità Popolare sempre astrattamente enunciata come stanco intercalare.

Si può fare! qui ed ora, pur nelle forme e nei limiti suoi, brandendo gli articoli che consentono la democrazia diretta propositiva 71 e 50, per ottenerci riforme e leggi da molto tempo attese, ma soprattutto per fare della Costituzione un bene comune blindato verso ogni ulteriore insulto, nella esclusiva disponibilità della Sovranità Popolare e non di qualunque maggioranza (minoritaria o no) o di qualunque presuntuoso che voglia anch'esso mettere mano ignorante e indegna su di essa.

Quegli articoli 71 e 50, che nel tempo hanno dimostrato tutta la loro debolezza non riuscendo a produrre alcunché oltre lo spreco di tanto impegno democratico per le decine di tentativi esperiti, se esercitati in congiunzione sinergica possono diventare uno strumento di efficacia assoluta se la partecipazione Popolare sarà tanto importante da rappresentare davvero la Sovranità Popolare e non solo un simbolo di essa.

Potremo chiamarla "Azione Popolare: Cittadini per il Bene Comune" come il titolo di un'opera del professor Settis, che su questo argomentava, oppure "Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa", legale, non violenta, risolutiva, come la rivoluzione inglese del 1688, detta appunto "gloriosa".

Sarà anche un modo bello e virtuoso di riportare nel gioco democratico il popolo astenuto, che non è astenuto per scelta menefreghista, ma per sfiducia accresciuta nel tempo, per frustrazione e rassegnazione ben motivate dalla mediocrità crescente dell'offerta politica.

Si può fare! e sarà bello ridare entusiasmo a una cittadinanza che non sa più cosa sia l'entusiasmo creativo, l'entusiasmo della partecipazione collettiva, l'entusiasmo della costruzione del futuro a misura di popolo e non di mediocri capipolo.

E come motivare e aggregare quel grande blocco sociale progressista, indispensabile per fermare degrado e declino, e magari anticipare la fine di questa infausta legislatura, che già molti danni ha fatto e in altri tre anni ne farebbe molti di più è più gravi?

Con Proposte di Legge di iniziativa popolare (PLIP) che riguardino temi largamente popolari, assolutamente attuali, come, ma solo p.e: ambiente e territorio, rappresentanza sindacale, servizio sanitario nazionale, pubblica istruzione università e ricerca, legge elettorale, riforma costituzionale unicamerale dei professori Ferrara e Rodotà e altri di livello, raffinata e puntuale, giacente negli archivi della Camera dal 1985, per riportare la Costituzione alle cure degli eredi naturali dei Costituenti per rigore culturale e morale e competenza specifica, cancellando deforme e firme pregresse.

5/6 PLIP a comun denominatore progressista perché almeno 60.000 cittadini elettori di (ma non mettiamo limiti) possano firmarle in modo certificato senza contorsioni contraddittorie, soddisfacendo così il 71, da inserire in un'unica Petizione alle Camere (art 50) sotto la quale far convergere le firme dei 5/6 blocchi sociali sensibilizzati, in modo da raggiungere numeri multimilionari e imporre a questa maggioranza parlamentare, minoranza nel paese, la volontà della Sovranità Popolare Realizzata nel solco e nel segno della Costituzione Repubblicana, che ce ne darà autorità e autorevolezza.

Paolo Barbieri, La Spezia

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