RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E ASSETTO COSTITUZIONALE

di Coordinamento per la Democrazia Costituzionale - CDC - 23/07/2019

Tra qualche settimana la maggioranza farà approvare al parlamento una riduzione dei parlamentari inaccettabile che rischia di destabilizzare l’assetto costituzionale del nostro paese.

Il Senato ha già votato nella sua seconda lettura la riduzione del numero dei parlamentari voluta dalla maggioranza verde gialla, in particolare dal M5Stelle. Tra qualche settimana toccherà alla Camera per la quarta e definitiva approvazione. L'approvazione del Senato é già sotto la soglia dei 2/3 dei voti a favore, quindi è possibile il referendum popolare previsto per le modifiche costituzionali che non arrivano al quorum previsto dall'articolo 138 della Costituzione.

La proposta di ridurre i parlamentari è una storica posizione del M5Stelle che ora ha anche lo scopo di allungare la vita al governo giallo verde, evitando il voto anticipato per almeno un anno, e di tentare il recupero della perdita di voti delle europee.

La maggioranza verde gialla giustifica in modo povero e strumentale il taglio dei parlamentari. La motivazione principale è la riduzione dei costi, fingendo di ignorare che il funzionamento della democrazia ha inevitabilmente dei costi. Per di più se l’obiettivo è la riduzione dei costi, il taglio dei compensi dei parlamentari - per quanto discutibile -   avrebbe avuto risultati più rapidi ed efficaci, senza cambiare la Costituzione. 

Non convince neppure l’affermazione che la riduzione dei parlamentari porterebbe ad una maggiore efficienza del parlamento. L’efficienza del parlamento non dipende dal numero degli eletti ma dai regolamenti di funzionamento delle Camere, dalla effettiva possibilità di esercitare in autonomia la funzione legislativa attualmente sequestrata dal governo, dalla capacità di rappresentare gli elettori, da cui dovrebbero essere scelti, mentre oggi i capi partito decidono chi verrà eletto. Questo taglio dei parlamentari non ridurrà, semmai aggraverà i problemi, rendendo il parlamento ancora meno rappresentativo del paese e più subalterno al governo.

Altro discorso potrebbe essere mantenere una sola Camera con funzione legislativa, con parlamentari eletti in modo proporzionale direttamente da i cittadini. In sostanza una storica proposta di Rodotà.

Inoltre la Lega è riuscita a fare approvare insieme a questa modifica della Costituzione una nuova legge elettorale, già in vigore, che è strettamente legata a questa modifica della Costituzione. Legge elettorale che entrerà in vigore automaticamente quando questa modifica della Costituzione diventerà definitiva. Ancora una volta tra cambiamento della Costituzione e nuova legge elettorale c'é un rapporto inscindibile, come fu con le proposte di Renzi nel 2016. La nuova legge elettorale riproporziona quella attualmente in vigore (Rosatellum) con la conseguenza che la soglia di eleggibilità minima alla Camera diventerà almeno il 5%, al Senato più del doppio, lasciando intere aree del nostro paese senza rappresentanza parlamentare. Le forze minori verranno cancellate dal parlamento e quelle che si formeranno difficilmente potranno entrarvi. La legge elettorale in vigore impedisce agli elettori di scegliere i parlamentari.

Difetti che la nuova legge elettorale aggraverà.

 Oggi dovrebbe essere messo al centro l’obiettivo del rilancio della capacità di rappresentare i cittadini, dell’autonomia del parlamento, in sostanza il rafforzamento della democrazia rappresentativa. Mentre con questa modifica della Costituzione è concreto il rischio di un ulteriore indebolimento del ruolo del parlamento, cioé della rappresentanza eletta dai cittadini e poiché il parlamento é centrale nella nostra democrazia i rischi di un suo indebolimento sono preoccupanti, con effetti imprevedibili.

Le difficoltà di governo sono dei partiti, mentre con questo taglio dei parlamentari è la Costituzione che viene cambiata.  Questo governo cerca di scaricare le sue difficoltà sulle istituzioni, mettendo in discussione il ruolo del parlamento, senza alcun riguardo al funzionamento della nostra democrazia, all'equilibrio e all'autonomia dei poteri che ne sono la garanzia.

Sono tempi difficili per la democrazia. Il ritorno di fantasmi autoritari dal passato gettano ombre preoccupanti sulla nostra democrazia conquistata dalla resistenza e dalla cacciata del nazifascismo.

Per queste ragioni il giudizio su questa proposta di riduzione dei parlamentari non può che essere fondamentalmente negativo.

Per valutare la situazione e la necessaria mobilitazione il consiglio direttivo del Cdc sarà convocato all’inizio di settembre.

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